Oltre 7,2 milioni di pensionati Inps, pari al 52,1% del totale ha un reddito pensionistico complessivo inferiore a 1.000 euro al mese. Lo si legge nella Relazione annuale Inps sul 2011 secondo la quale il reddito pensionistico medio è di 1.131 euro. Se si guarda al complesso delle pensioni in essere sono sotto 1.000 euro il 77% degli assegni.
L’Inps sottolinea come solo il 2,9% dei pensionati 403.000 persone possa contare su più di 3.000 euro al mese mentre il 76,2% (oltre tre quarti del totale) deve fare i conti con meno di 1.500 euro. Hanno meno di 500 euro di reddito pensionistico al mese 2,39 milioni di pensionati, il 17,2% del totale. Il reddito pensionistico medio (1.131 euro) dei pensionati è superiore alla pensione media (770 euro) perché i pensionati possono essere titolari di più trattamenti.
Al 31 dicembre 2011, sottolinea l’Inps, i pensionati dell’Istituto erano 13.941.802 (16,6 milioni se si considerano anche i pensionati Inpdap e Enpals), 59% dei quali donne. Le donne percepiscono il 44% del totale degli importi pensionistici mentre gli uomini che rappresentano il 41% del totale dei pensionati possono contare sul 56% dei redditi da pensione.
L’importo medio delle pensioni (sia previdenziali che assistenziali) è pari a 770 euro. Le pensioni previdenziali (ovvero quelle che traggono origine da contribuzione) hanno un importo medio di 859 euro mentre quelle assistenziali valgono in media 399 euro. Il valore medio delle pensioni percepite dalle donne (569 euro) è notevolmente inferiore a quello dell’assegno medio degli uomini (1.047 euro). Ciò è dovuto sia alla maggiore presenza femminile fra i titolari di prestazioni assistenziali, di importo più basso, sia ai valori medi delle pensioni previdenziali, più basse per le donne, che sono titolari soprattutto delle pensioni di vecchiaia mentre gli uomini sono largamente prevalenti tra i titolari delle pensioni di anzianità che hanno importi medi più alti.
Se si guarda agli importi delle pensioni (18,3 milioni di assegni compresi 2,7 milioni di invalidità civile) quasi la metà (9 milioni di trattamenti pari al 49,1%) è inferiore ai 500 euro mentre un altro 27,9% è tra i 500 e i 1.000 euro (il 77% del totale quindi è sotto i 1.000 euro). Solo 265.143 assegni sono superiori a 3.000 euro e tra questi solo 20.092 erogati a donne. Il 59,7% delle pensioni erogate a donne è sotto i 500 euro.
Meno di 130 euro al mese:a tanto ammontano in media le pensioni degli ex iscritti alla gestione separata (i collaboratori che hanno raggiunto l’età di vecchiaia o si sono ritirati per invalidità o i superstiti di questi soggetti). Nella Relazione annuale dell’Inps si rileva che ai 254.669 pensionati della gestione, tutti andati a riposo con il metodo retributivo, arrivano in media ogni mese 129,80 euro (141,03 ai maschi, appena 101,97 alle femmine).
Nel 2011 sono stati interessati alla cassa integrazione oltre 1,4 milioni di lavoratori (il 10,7% del totale dei lavoratori dipendenti) con un calo del 7,6% sul 2010: è quanto emerge dal Rapporto annuale dell’Inps secondo il quale in media si è rimasti in cassa due mesi e quattro giorni. Sulla base delle ore effettivamente utilizzate di cig (531,8 milioni di ore a fronte dei 973 milioni autorizzati alle aziende nell’anno) emerge che le unità lavorative annue non utilizzate nell’intero 2011 sono state 265.942.
Dal rapporto annuale emerge che gli enti preposti alla vigilanza (Inps, Inail, Enpals e ministero del Lavoro) hanno controllato 244.170 aziende verificando irregolarità nel 61% del totale (149.708 imprese). I lavoratori irregolari scovati sono stati 278.268 (105.279 dei quali totalmente in nero). Il totale delle somme accertate per il 2011 si attesta su 1.225 milioni di euro (981,4 accertati solo dall’Inps).
L’Inps ha erogato nel 2011 18,4 milioni di pensioni (incluse le indennità di accompagnamento agli invalidi civili) sia di natura previdenziale che assistenziale a 13,9 milioni di pensionati. È quanto si legge nel rapporto annuale dell’Inps nel quale si sottolinea che la spesa pensionistica complessiva è pari a 195,8 miliardi di euro (+2,4% su 2010). Le pensioni previdenziali (vecchiaia,anzianità invalidità, inabilità,superstiti) sono 14,8 milioni per una spesa di 170,5 miliardi e un importo medio mensile di 859 euro.
L’Inps ha speso per il sostegno al reddito (cassa integrazione, disoccupazione e indennità di mobilità compresa la copertura per le contribuzioni figurative previste) 19,1 miliardi di euro (19,7 mld nel 2010), cinque dei quali per la cig. Si calcola in 6,5 miliardi la spesa per le indennità di disoccupazione nell’anno oltre a 5,1 miliardi per la contribuzione figurativa. Per l’indennità di mobilità la spesa complessiva è stata di 2,4 miliardi.
Ancora, l’Inps ha revocato oltre 41.000 pensioni di invalidità, circa il 14,9% del totale delle 274.000 posizioni verificate nel 2011. Per 41.381 soggetti, infatti, il giudizio medico legale non ha confermato il grado di invalidità necessario al trattamento (74% per la pensione, il 100% per l’assegno di accompagnamento). Altri 250.000 controlli sono previsti per il 2012.
La spesa per le prestazioni di protezione sociale in Italia rappresenta il 28,4% del Pil in linea con quanto si spende in media nell’Ue a 27 (28,4%) ma nel nostro Paese nel 2011 era ancora sbilanciata a favore delle pensioni (vecchiaia e superstiti) con il 17,1% del Pil a fronte del 12,8 medio Ue (la percentuale più alta in Europa). Secondo il rapporto in Italia si destina il 60,1% della spesa per prestazioni di protezione sociale alle pensioni a fronte del 45% medio in Ue, per la sanità il 7,3% del Pil (a fronte dell’8,4% medio Ue), l’1,7% per l’invalidità (2,3% del Pil in media in Ue), l’1,4% per la famiglia e l’infanzia (2,3% in media in Ue con picchi del 4,2% in Danimarca) e appena lo 0,8% del Pil per la disoccupazione (1,7% nell’Ue a 27). Peggio di tutti gli altri paesi l’Italia fa per l’abitazione e altri tipi di esclusione sociale con appena lo 0,1% del Pil di spesa (1% nella media Ue).