“Chiediamo un incontro urgente al ministro della Giustizia, Paola Severino, sulla riorganizzazione del sistema giudiziario”. E’ quanto si legge in una lettera che il coordinamento nazionale Giustizia dell’Ugl Intesa Funzione Pubblica ha inviato al ministro, dove si sottolinea come “è necessario mettere in campo una sana politica di revisione della spesa pubblica che sia mirata alla riorganizzazione degli uffici, con l’obiettivo di accelerare il processo di innovazione della giustizia e garantirne in questo modo il pieno funzionamento. Da anni lamentiamo la disorganizzazione e la mancanza di mezzi, a partire da gravissime carenze di organico, di mezzi e di strutture”.
“L’Europa – si legge ancora nel testo della lettera- ci ha spesso accusato, a ragione, del mancato funzionamento del nostro sistema. Solo attraverso l’informatizzazione di tutti gli uffici e delle procedure insieme a modifiche sostanziali all’ordinamento ed ai regolamenti sarà possibile ottenere maggiore efficienza ed innescare quell’accelerazione dell’iter giudiziario che non è più rinviabile”. “Basta soffermarsi – ha aggiunto – su qualche dato per comprendere il ritardo del nostro sistema giudiziario: l’arretrato sfiora i 9 milioni di procedimenti, di cui 5,5 milioni circa nel settore civile e 3,4 milioni nel settore penale, con un costo elevatissimo per la collettività a partire da quello dei risarcimenti dovuti dallo Stato ai cittadini a causa della lentezza delle procedure, ai sensi della legge Pinto, che è passato da 5 milioni di euro nel 2003, a 40 milioni nel 2008 per arrivare ai circa 84 milioni del 2011”. “A ciò, si aggiunge – sostiene – l’ammontare dei risarcimenti per ingiusta detenzione, sommati ad oltre 46 milioni di euro nel 2011, con una media annua di quasi 2.400 procedimenti come conseguenza di un errore giudiziario”.
“I provvedimenti contenuti nel decreto sviluppo – si legge – sono poco incisivi e soprattutto non bastano a risolvere questa situazione. Sembra che si stia agendo solo per esigenze di bilancio e in questo modo rischiamo di non solo di non risolvere i problemi, ma addirittura di peggiorarli. Inoltre le modifiche alla legge Pinto, letteralmente snaturata attraverso la riduzione delle ipotesi di risarcibilità e delle somme da destinare al rimborso dei cittadini, comporteranno un ulteriore aumento di costi per la collettività”.
“Un segnale fortissimo – conclude la lettera – sta provenendo dagli uffici giudiziari di tutta Italia dove impiegati, funzionari, magistrati, avvocati, e dirigenti stanno manifestando con forza per dire no alla chiusura di tanti Palazzi di giustizia sul territorio che rappresenta un grave danno non solo per i dipendenti ma anche per i cittadini”. (LF)
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