“Bisogna farla finita di pensare che chi non paga le tasse è un furbo, è solo un disonesto che fa male agli altri. Ma un livello di tassazione così alto è un invito ad evadere”. Così Giorgio Merletti, vicepresidente di Confartigianato. Le parole del rappresentante degli artigiani sono arrivate al termine di un suo intervento all’interno di una tavola rotonda sull’evasione fiscale nel quale si sono confrontati anche Luigi Magistro, Direttore dell’accertamento dell’Agenzia delle Entrate, l’imprenditore Alessandro Riello e Francesco Delzio, manager e autore del libro Lotta di tasse.
Spinto dalle sollecitazioni di quest’ultimo, che ha chiesto la chiusura delle società scoperte più volte ad evadere, Riello ha detto di ritenere giusto l’espulsione dalla Confindustria di aziende condannate per evasione fiscale. “Non vedrei controindicazioni, perché fanno un danno ai colleghi”.
Magistro, nel suo intervento, si è soffermato sull’attività dell’Agenzia delle Entrate, cambiata e aumentata negli ultimi anni – a suo dire – grazie all’uscita dalle logiche ministeriali: “I nostri impiegati erano svogliati perché il sistema di assunzioni era di un certo modo. Da quando svolgiamo le assunzioni con prove meccaniche, la crescita professionale è stata incredibile e la macchina ha iniziato a girare”. Allontanarsi dalle pressioni politiche, quindi, ha migliorato l’efficienza: “Eravamo la Cenerentola delle amministrazioni, ora riceviamo attestati di stima. I recuperi sono aumentati da 4 miliardi di euro nel 2006 a 12,7 nel 2011 e adesso possiamo colpire tutti, dal lavoratore autonomo che non emette fattura al dipendente che svolge un secondo lavoro a nero, dalle grandi aziende con sistemi complessi che un tempo non avevamo professionisti capaci di analizzare alle false società no profit come i ristoranti che risultano associazioni. E questo nonostante il nostro personale è calato di 4mila unità in 4 anni, oggi siamo 33mila”.