“Il servizio sanitario nazionale è stato destrutturato e così non sarà più in grado di garantire i servizi e i livelli essenziali di assistenza”. Così il segretario generale dello Spi Cgil, Carla Cantone, ha commentato l’impatto della spending review sulla sanità. Secondo lo Spi arriverà “un colpo di grazia alla sanità italiana che si rifletterà direttamente sulla condizione di milioni di anziani e pensionati”.
“Da anni – osserva la sindacalista – si sta operando solo con tagli e con chiusure di ospedali senza che nessuno ci dica qual è il piano B e come si pensa di sopperire alla crescente domanda di cure da parte dei cittadini e in particolare degli anziani, che ne hanno più bisogno. In tanti si sono scandalizzati per le immagini di tutti quegli uomini e quelle donne sulle barelle messe nei corridoi degli ospedali ma è bene che si sappia che è quello il modello che si è scelto di seguire e che lo si è scelto con coscienza per non andare a colpire i veri sprechi, i privilegi e le consulenze”.
I 4 miliardi di euro che vengono ora sottratti al Fondo sanitario nazionale si aggiungono, infatti, agli oltre 12 miliardi di euro che sono stati già tagliati dal governo Berlusconi. In questo modo, alla sanità italiana sono state tolte risorse per una cifra complessiva di 16 miliardi di euro nel triennio 2012-2014. Anche la riduzione dei posti letto previsto dalla revisione della spesa targata Monti si somma a quella operata da chi lo ha preceduto. Si arriverà così alla cancellazione di 80mila posti letto e alla chiusura di centinaia di piccoli presidi sanitari sul territorio.
E intanto il sistema è sempre più costoso e sempre meno efficiente. “Nel 2014 – prosegue la nota dello Spi – la spesa per i cittadini aumenterà ancora e arriverà a toccare quota 4 miliardi di euro. Di questi, ben 2 miliardi di euro arriveranno dalle tasche di anziani e pensionati che rappresentano circa il 50% degli utenti del servizio sanitario nazionale. Un salasso al quale non corrisponderà un miglioramento della qualità e della quantità dei servizi”.
L’aumento della spesa – spiega ancora lo Spi – è determinato soprattutto dall’introduzione di nuovi ticket e super ticket, previsti dalle ultime manovre del governo Berlusconi e che rappresentano una vera e propria ‘tassa sulla salute’. Si tratta, nello specifico, dei ticket del valore di 10 euro previsti per prestazioni di diagnostica e di specialistica e di quello da 25 euro per il pronto soccorso, che si sommano a quelli regionali già esistenti facendo lievitare ulteriormente la spesa sanitaria per i cittadini.