Il direttivo della Filctem, il sindacato dei chimici, elettrici e tessili della Cgil, ha votato martedì un documento in cui chiedeva in sostanza un avvicendamento al vertice dell’organizzazione.
Alberto Morselli ci spiega cosa è successo?
Il direttivo ha votato a maggioranza un documento per l’avvio del ricambio del segretario generale entro la metà di settembre. Lo ha fatto sulla base di una comunicazione della segretaria generale della Cgil, che era intervenuta nel dibattito al direttivo prima del voto. Un voto che adesso va rispettato e applicato con tutte le sue implicazioni regolamentari.
Cosa ha detto Susanna Camusso?
Ha detto di aver ricevuto una lettera riservata firmata da 7 componenti della segreteria Filctem e corredata da 105 firme di componenti del direttivo che la invitavano a insistere perché io accettassi la proposta che mi era stata fatta di ricoprire l’incarico di capo area della contrattazione in confederazione. Ha sottolineato l’esistenza di difficoltà interne all’organizzazione nate dopo l’accorpamento tra la Filcem e il sindacato dei tessili e ne ha imputato a me la responsabilità.
Esistono queste difficoltà?
La Filctem è presente in tutti i comprensori, in tutte le regioni, ha vinto quasi tutte le elezioni dei rappresentanti dei fondi integrativi, ha approvato le piattaforme unitarie, ha già avviato le trattative per il rinnovo dei contratti delle lavanderie industriali, del’energia e del petrolio e oggi quella degli elettrici.
Ma problemi devono esserci se si è arrivati a quel voto.
Nella nostra segreteria esistono i problemi classici di un accorpamento non risolto, a mio avviso per mancanza di sintesi della confederazione. Bisogna tener presente che nel 2006 il sindacato dei chimici si è fuso con quello degli elettrici e due anni fa questo nuovo sindacato si è fuso con quello dei tessili. Ogni volta c’è stato un taglio drastico dei gruppi dirigenti. Nel direttivo Filcea erano 120 e sono restati 120 dopo che sono arrivati gli elettrici. Questi 120 a loro volta si sono mischiati con i 120 dei tessili e sono rimasti ancora una volta in 120. Quando fai queste operazioni qualche nemico te lo fai. Io credo di non essere stato tutelato sufficientemente dalla confederazione.
In che senso non è stato tutelato?
La confederazione non è riuscita a favorire il rinnovamento e il ringiovanimento della segreteria. Nella quale sono rimasti gli ex segretari generali degli elettrici e dei tessili, con atteggiamenti sempre positivi, ma anche con legittime aspettative.
Esistevano dissapori, prese di distanza?
Dal congresso in cui è nata la Filctem, aprile 2010, si sono svolte 12 riunioni del direttivo, i voti contrari alle risoluzioni finali non sono mai stati più di 14. Ed è stato un successo riuscire a fare le assemblee dei lavoratori per il congresso unitariamente valorizzando l’accordo raggiunto. Ma mentre molti lavoravano a questo obiettivo, altri raccoglievano le firme su quel documento, che peraltro nessuno mi ha consegnato, né fatto vedere.
Lei come reagisce?
Certo non lascio la Filctem. Penso che sia stato un fatto grave e ho inviato alla presidenza del direttivo Cgil il testo del mio intervento al direttivo Filctem di ieri chiedendo che se ne dia informazione a tutti i membri del direttivo. Penso anche che quanto è accaduto a me, se dovesse passare inosservato, costituirebbe un pericoloso precedente. Del resto lo statuto Cgil regola con precisione l’iter della sfiducia a un segretario generale di organizzazione.
Esistono anche motivi politici di organizzazione dietro quanto accaduto a lei?
Lo disse Andreotti che a pensar male si commette peccato, ma ci si avvicina alla verità. Non so perché sono stato dipinto come uomo che non coinvolge. La nostra è una categoria che affronta con coraggio l’innovazione. Non è la sola, ma certo è la più esposta. E se anche in questa tornata contrattuale, come sono convinto, si troveranno condizioni utili ai lavoratori e al sistema industriale di condividere un contratto sarà evidente la differenza tra chi prova a spendersi, a misurarsi sul campo, sapendo come si deve fare e costruisce le condizioni per riuscirci e chi non lo fa.
Chi non lo fa?
Il comitato direttivo della Cgil non ha preso decisioni formali sui rinnovi contrattuali, salvo limitarsi ad affermare che vanno rinnovati.
Morselli questo voto del direttivo Filctem apre nei fatti la compagna per definire gli assetti interni alla confederazione in vista del prossimo congresso della Cgil?
Mi chiedo quale sarebbe in tal caso l’interesse dei lavoratori. Io ho purtroppo testimonianze e prove dell’interessamento diretto di Corso d’Italia in questa vicenda e le utilizzerò nelle sedi opportune. Ma non sarà su questo che terrò il confronto futuro. Sogno ancora un’organizzazione capace di offrire una strategia contemporaneamente utile ai lavoratori e al paese, che deve essere unitaria e deve guardare avanti, con progetti e idee nuovi sulla partecipazione, per allargare le tutele e promuovere i diritti, per aumentare i salari premiando le competenze, per aumentare la produttività complessiva del sistema industriale modificando l’atteggiamento del sindacato per una cooperazione tra produttori.
E’ quello che ha fatto con gli scorsi contratti?
Sì. Però ho subito una sorta di “processo politico” per i contratti chimici sottoscritti nel 2006 e nel 2009 e oggi sento lodi sperticate verso le scelte politiche di Giorgio Squinzi quando era presidente degli industriali chimici, quando cioè firmava con me quei contratti.
Massimo Mascini