La stagione contrattuale si ferma per la pausa estiva lasciando in sospeso il futuro di aziende importanti nei settori chimico e farmaceutico, mentre è già iniziato il percorso per il rinnovo del contratto nazionale. Femca Cisl, Filctem Cgil e Uilcem Uil, infatti, hanno già presentato la loro piattaforma unitaria, confermando la stabilità delle relazioni sindacali, alle controparti e la trattativa per il rinnovo partirà il 18 settembre.
Rimane aperta la questione della rappresentanza sindacale che verrà ridisegnata entro settembre per ripartire in autunno con un nuovo assetto. Il riferimento è alle federazioni Filctem e Uilcem che sono state rispettivamente interessate da una “mozione di sfiducia” al segretario generale Alberto Morselli e dalla sostituzione del segretario generale Augusto Pascucci con il segretario confederale della Uil, Paolo Pirani, in attesa di nuova nomina.
Sono poi molte le vertenze aperte al ministero dello Sviluppo economico.
Tra queste spiccano le vertenze Vinyls, con 150 lavoratori del sito di Porto Marghera che attendono ancora la cessione di ramo d’azienda e la riconversione industriale ad opera dell’Oleificio Medio Piave per la produzione di olii vegetali, farine e biodiesel. Tale operazione consentirebbe ai lavoratori ai quali il 9 giugno scorso è terminata la cassa integrazione e per i quali è stata chiesta una proroga al ministero del Lavoro, di ricominciare a percepire uno stipendio. I sindacati chiedono la convocazione di un tavolo ministeriale per concludere definitivamente la compravendita.
Si cercano acquirenti per salvare la Nuova Pansac che impiega 735 lavoratori, attualmente in cassa integrazione straordinaria per tutta la durata dell’amministrazione straordinaria con la mobilità accessibile solo su base volontaria. Intanto si attende un bando di vendita per trovare acquirenti seri che rilancino l’azienda acquisendo tutto o buona parte del Gruppo.
Ancora c’è il caso della Evotape, azienda di Santi Cosma e Damiano in Piemonte che ha licenziato 130 persone e dichiarato il fallimento. Ora il curatore si è detto favorevole ad un prolungamento della cassa in deroga ma si attende la convocazione da parte della Regione.
Infine, è stato raggiunto recentemente l’accordo tra Eni e sindacati sull’annunciata fermata degli impianti di Gela (Sicilia). Due delle tre linee di produzione della raffineria sono ferme dal 10 maggio per 10 mesi e 400 lavoratori (non più 500) sono in cassa integrazione a rotazione, dove possibile. Lo stop riguarda la linea 1 (Topping 1 – Coking 1) e la 3 (Vacuum – Fcc). I sindacati hanno istituito una Commissione per vigilare sul futuro dell’occupazione e sugli investimenti annunciati da Eni. Infatti, nell’accordo sono stati confermati gli investimenti per 480 milioni di euro nel quadriennio 2012-2015.
Anche il settore farmaceutico dovrà affrontare la questione spinosa degli esuberi.
La Corden Pharma di Sermoneta (Lazio) ha confermato i 179 esuberi che dovranno lasciare il posto di lavoro entro agosto 2013, passando così da 700 a 500 lavoratori a regime. I sindacati stanno lavorando per trovare un accordo che comprenda ammortizzatori sociali e percorsi di accompagnamento alla pensione o di buona uscita.
La Pfizer, dopo l’annuncio dell’apertura delle procedure di mobilità per 83 lavoratori nello stabilimento di Ascoli Piceno, su un totale di 576 addetti, ha richiesto al ministero l’attivazione della cassa integrazione straordinaria per 78 dipendenti della fabbrica marchigiana per 2 anni, scongiurando per il momento l’ipotesi di mobilità annunciata nei giorni scorsi. Tuttavia la Pfizer intende investire nella fabbrica marchigiana altri 13 milioni di euro nel 2012. I sindacati chiedono chiarezza nelle strategie del gruppo. Infine, per la Sigma Tau si è ancora in cerca di una soluzione poiché l’azienda non ha ancora presentato il nuovo piano industriale, ma solamente quello di ridimensionamento. Intanto nello stabilimento di Pomezia (Lazio) è stata raggiunta a febbraio un’intesa sulla cassa integrazione che coinvolge circa 400 lavoratori.
Duro colpo per il settore della Ceramica, dove la Richard Ginori, storica manifattura di porcellane di Sesto Fiorentino, è stata messa in liquidazione a causa della grande mole di debiti, ora il termine per la cessione sta per scadere. Il 31 luglio infatti lo stabilimento ha chiuso i battenti per cessata attività e il 23 luglio sono state avviate le procedure per attivare la cassa integrazione straordinaria per circa 337 lavoratori (80 impiegati e 257 operai). L’unica speranza è il concretizzarsi della vendita, al momento sono tre le aziende interessate: la piemontese Sanbonet, l’americana Lenox e una cordata di imprenditori del Nordest. (FRN)