I tecnici del ministero dell’Ambiente al lavoro a Taranto per il riesame dell’Autorizzazione ambientale integrata (Aia) dell’Ilva. La Commissione Ippc del ministero dell’Ambiente presieduta da Carla Sepe si è riunita in Prefettura a Taranto per l’avvio dei lavori che porteranno entro fine settembre al riesame dell’autorizzazione. All’incontro erano presenti il direttore generale di Arpa Puglia Giorgio Assennato, rappresentati di Comune e Provincia di Taranto e l’assessore regionale all’Ambiente Lorenzo Nicastro, il quale rispondendo a chi gli chiedeva se la nuova Aia possa avere un effetto positivo anche sulle azioni della magistratura, ha risposto: “I tecnici e le autorità amministrative e i custodi nominati dalla magistratura seguono le stesse finalità ma con percorsi differenti. Una convergenza può esserci ma per motivi casuali ed accidentali”.
Hanno chiesto di partecipare alla riunione tecnica anche Alessandro Marescotti e Daniela Spera, leader di associazioni ambientaliste, che chiedono la revoca dell’attuale Aia, “perché non rispettata da Ilva”. Marescotti ha chiesto per Taranto l’applicazione dell’articolo 8 del decreto legislativo n. 59 del 2005 per superare la definizione di “migliori tecniche disponibili”, che lega le scelte tecniche alle ragioni economiche di Ilva ed obbligare l’industria siderurgica ad applicare le migliori tecnologie in assoluto cui fanno riferimento le perizie del gip Todisco. “In base all’art. 8 – ha spiegato Marescotti – il ministero può imporre misure più rigorose di quelle ottenibili con le migliori tecniche disponibili al fine di assicurare in un’area il rispetto delle norme di qualità ambientale”.
Nessuna risposta da parte dei tecnici della Commissione che hanno però annunciato agli ambientalisti la possibilità di incontrare il ministro Clini, al quale presentare una relazione con proprie osservazioni, il 14 settembre a Taranto. “Spetta a noi cittadini – ha concluso Marescotti – fare da sentinelle in questa fase delicata e chiedere che nella nuova Aia siano inserite le prescrizioni imposte dalla magistratura e si discuta a produzione ferma. Nella precedente Aia non sono state considerate le migliori tecnologie: la cokefazione è stata autorizzata ad immettere polveri nell’aria 70 volte superiori alla migliore tecnologia, il camino E312 emette inquinanti 25 volte più dello standard con le migliori tecnologie, il reparto ghisa inquina 95 volte di più di quelli più tecnologici”.”Faremo riunioni tecniche tutti i giorni, sopralluoghi e verifiche seguendo le indicazioni del ministro Clini”. E’ quanto ha dichiarato Carla Sepe, la presidente della Commissione ministeriale incaricata di riesaminare entro la fine di settembre l`autorizzazione integrata ambientale, cioè l`autorizzazione ministeriale che consente all`Ilva l`attività siderurgica e ne stabilisce i tetti massimi di emissioni inquinanti.
Dopo l`incontro col leader ambientalista Alessandro Marescotti che chiedeva alla Commissione di imporre all`Ilva l`uso delle migliori tecnologie in assoluto in luogo di quelle disponibili sulla base di ragionevolezza economica, la presidente Sepe ha dichiarato: “è gradita la collaborazione degli ambientalisti. In sede di conferenza dei servizi potranno presentare loro memorie e relazioni direttamente al ministro Clini”.
A chi chiedeva se nell`Aia verranno prese in considerazione anche le prescrizioni della magistratura la Sepe ha risposto: “Entreranno in Aia tutte le prescrizioni della magistratura, penale ed amministrativa. Il ministro Clini nei giorni scorsi ha informato del nostro arrivo a Taranto il procuratore della Repubblica Sebastio. Fra ministero e procura ci sono rapporti costanti e grande collaborazione, nelle rispettive autonomie”.
Ai lavori in Commissione ha partecipato anche Giorgio Assennato, direttore di Arpa Puglia, il quale, al termine della prima riunione in prefettura, mentre i tecnici si spostavano all`interno dello stabilimento siderurgico per un primo sopralluogo, ha dichiarato: “Oggi abbiamo definito le modalità metodologiche di lavoro ed avviato l`analisi delle Bat, le migliori tecnologie disponibili per alcuni impianti dell`area a caldo (finiti sotto sequestro lo scorso 25 luglio n.d.r.).
Studieremo i documenti, faremo verifiche sul campo, per convergere su valutazioni unitarie in modo da trovare una soluzione buona per tutti gli interessi in gioco”.
“Da questo pomeriggio – ha proseguito Assennato – due nostri tecnici seguiranno i sopralluoghi all`interno dell`Ilva”.