Arriva il taglio dell’Irpef, ma sarà finanziato con l’aumento di un punto delle aliquote Iva. ll Consiglio dei ministri ha dato il via libera alla legge di stabilità con cui scatta la riduzione di 1 punto percentuale dei due scaglioni Irpef più bassi. Allo stesso tempo viene previsto l’aumento di un solo punto di Iva dal luglio del prossimo anno. Uno stop parziale, insomma, anziché di tutti i due punti percentuali per le aliquote Iva del 10% e del 21%, necessario per coprire gran parte dell’alleggerimento dell’Irpef.
Sono previsti anche nuovi tagli al fabbisogno del servizio sanitario nazionale per un miliardo a regime. Nel 2013, come ha spiegato il ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, sarà inferiore a un miliardo. Inoltre, viene introdotta una tassa sulle transazioni finanziarie da cui saranno esclusi i titoli di Stato e le pensioni di guerra e di invalidità saranno soggette ad Irpef.
É stato deciso anche il riordino delle agevolazioni. Per i redditi superiori ai 15mila euro si introduce una franchigia di 250 euro per alcune deduzioni e detrazioni Irpef e, per le sole detrazioni, si fissa il tetto massimo di detraibilità a 3000 euro. Sul fronte della pubblica amministrazione il governo ha deciso che i pagamenti arretrati saranno finanziati con un piano di dismissioni finalizzato a pagare il debito pubblico. Verrà poi rafforzata la capacità di controllo sui bilanci degli enti locali, che farà leva sulla Corte dei Conti, sui servizi ispettivi della Ragioneria Generale dello Stato e sulla Guardia di Finanza. Saranno, inoltre, posticipate di 5 anni le deduzioni riconosciute alle banche per il maggior valore riconosciuto al riallineamento per l’imposta sostitutiva.
Il Cdm ha anche deciso di istituire nella legge di stabilità il Commissario anticorruzione, che presiederà la Commissione per la valutazione, la trasparenza e l’integrità delle amministrazioni pubbliche. Il ddl relativo ha ricevuto in nottata l’ok della commissione Giustizia e Affari costituzionali del Senato. Oggi il testo sarà in aula a Palazzo Madama.
Il Consiglio dei ministri ha approvato infine il disegno di legge sulla riforma del Titolo V della Costituzione.
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