“Questo governo conferma di non essere in grado di assicurare misure veramente efficaci per l’equità e lo sviluppo”. È quanto dichiara il segretario generale della Uil pensionati, Romano Bellissima, commentando le misure contenute nella legge di stabilità.
“Non vediamo – prosegue Bellissima – nelle misure varate dal Consiglio dei ministri un reale cambio di passo per quanto riguarda le persone anziane e i pensionati, in grado di arrestare il loro progressivo impoverimento. Valutiamo positivamente la riduzione dell’Irpef, che va nella direzione più volte auspicata dalla Uilp e dalla Uil e che interesserà la maggioranza dei pensionati italiani. Temiamo tuttavia che questa riduzione possa essere vanificata dall’aumento dell’Iva, che comporterà un aumento di molti beni e servizi di prima necessità e la crescita ulteriore dell’inflazione”.
Un altro elemento di preoccupazione per la Uilp è la rimodulazione delle detrazioni e delle deduzioni. Anche questa misura potrebbe contribuire, sottolineano i pensionati della Uil, a vanificare la riduzione dell’Irpef, ma si dovrà capire meglio quali saranno le voci interessate.
Il segretario generale esprime preoccupazione anche per gli ulteriori tagli al servizio sanitario nazionale. Inoltre, una decisione che la Uilp valuta “molto negativamente” è la riduzione del 50% della retribuzione per i giorni utilizzati dai dipendenti pubblici per assistere genitori con disabilità. “Come Uilp consideriamo molto grave – dice Bellissima – che si introduca una differenziazione tra lavoratori pubblici e lavoratori privati e tra l’assistenza a figli e coniugi e l’assistenza ai genitori”.
“La famiglia – sottolinea il sindacatista – già svolge un ruolo fondamentale di sussidiarietà nell’assistenza delle persone non autosufficienti, che sono in grande maggioranza anziane, cercando di far fronte all’assenza di una legge nazionale, di una piano nazionale e di finanziamenti mirati, tanto più che il Fondo nazionale per le non autosufficienze è stato totalmente azzerato”.
“Lo Stato, invece di operare per aiutare le persone non autosufficienti a restare nel proprio nucleo familiare, con oggettivi e consistenti risparmi rispetto alla loro istituzionalizzazione, sancisce che le persone con disabilità anziane sono di serie B rispetto alle altre e ‘incoraggia’ il loro abbandono.
Questo è davvero un messaggio sbagliato e grave. Se il problema – conclude Bellissima – è stanare i furbi, allora si intensifichino i controlli, ma non possono essere penalizzati i tantissimi figli, e soprattutto figlie, che cercano di aiutare i propri genitori, con tante difficoltà a conciliare il lavoro con l’assistenza ai congiunti”.