Cinque milioni di pensionati percepiranno 1.135 euro in meno per il biennio 2012-2013. E’ il frutto del blocco della rivalutazione annuale delle pensioni superiori a tre volte la soglia minima introdotta con la riforma Fornero. Lo ha riferito lo Spi-Cgil in occasione dell’apertura dei lavori dell’assemblea nazionale dei quadri e degli attivisti che si è aperta a Montesilvano (Pescara).
La rivalutazione annuale è stata introdotta dal Governo Prodi, applicata per intero fino a un livello pari a 5 volte il trattamento minimo. Questo meccanismo ha portato nel triennio 2008-2010 a un aumento medio delle pensioni di 124 euro. Il governo Berlusconi ha modificato la norma applicandola per intero solo fino a un livello pari a tre volte il trattamento minimo, al 90% da 3 a 5 volte e al 75% oltre 5 volte. In questo modo ai pensionati è stato consegnato mediamente un aumento nel 2010 di 23 euro.
Nel 2011, ha sottolineato lo Spi, circa 2,6 mln di pensionati hanno avuto la 14esima per un importo medio di 390 euro. Nel 2011 è la stata erogata la quattordicesima a 2.662.000 pensionati, circa il 16% del totale. Di questi il 75% sono donne mentre il 25% sono uomini. L’importo medio della quattordicesima si attesta a 390 euro, ma varia a seconda del genere. Gli uomini hanno infatti percepito mediamente un importo di 410 euro mentre le donne di 384 euro. Il 43,5% delle quattordicesime è stato erogato nelle regioni del Nord, il 37% in quelle del Sud e il 19,5% in quelle del Centro.Il segretario generale dello Spi, Carla Cantone, ha detto che “non ne possiamo più di subire atti prepotenti sulla pelle dei pensionati e per questo ci rivolgiamo alle forze politiche che si candidano a governare il paese chiedendogli di impegnarsi sul lavoro, sul welfare e per la redistribuzione della ricchezza”.
“Chiediamo innanzitutto – ha continuato Cantone – che si rimetta al centro il lavoro e lo sviluppo perché senza lavoro per i giovani pagano anche gli anziani, che si investa sul welfare per determinare giustizia sociale e uguaglianza nella sanità e nell’assistenza e che si dia vita ad una diversa ed equa redistribuzione della ricchezza per tutelare i salari e le pensioni e per contrastare una povertà che è sempre più dilagante. Per ottenere tutto questo lo Spi intende promuovere una grande alleanza tra i pensionati, i lavoratori e i giovani di questo paese”. (LF)