Proseguono gli incontri sul territorio del segretario nazionale dell’Ugl Chimici, Luigi Ulgiati. Oggi è stata la volta di Verona, dove il sindacalista ha incontrato lavoratori e vertici del centro di ricerca Aptuit. Successivamente, Ulgiati ha partecipato al Direttivo provinciale dell’Ugl Chimici di Verona, a cui hanno partecipato anche il segretario provinciale dell’Ugl Verona, Antonio Consolati, e il segretario provinciale dell’Ugl Chimici Verona, Alberto Pietropoli.
“Si può e si deve investire nella ricerca italiana – ha detto Ulgiati al termine degli incontri nel centro veronese – e Aptuit è un esempio di eccellenza che dimostra come sia ancora possibile mantenere e valorizzare in Italia capacità e competenze specialistiche, evitando la fuga dei cervelli all’estero. Noi ci crediamo, e ci abbiamo creduto sostenendo i lavoratori nella loro battaglia contro la chiusura della struttura, annunciata nel 2010 dalla precedente proprietà, GlaxoSmithKline. Con sacrifici e determinazione, i dipendenti del centro non solo sono riusciti a salvaguardare il proprio posto di lavoro, ma hanno mantenuto in Italia una realtà che oggi continua ad essere un fiore all’occhiello per il comparto farmaceutico e per la ricerca nel nostro Paese”.
L’incontro è stato anche occasione per illustrare i contenuti del nuovo contratto del comparto siglato a Roma lo scorso 22 settembre. Argomento approfondito poi nel direttivo con delegati e quadri della federazione provinciale, nel quale “abbiamo fatto il punto della situazione – spiega Ulgiati – sul percorso avviato con la firma dei nuovi testi contrattuali. Particolare attenzione è stata prestata all’attuazione degli strumenti innovativi contenuti nel ccnl: ad esempio, la sperimentazione di forme di partecipazione nel II livello e la promozione dell’apprendistato e dello scambio generazionale fra il part-time dei più anziani e l’assunzione dei giovani previsto dal ‘Progetto Ponte’ che, in settori come quello della ricerca farmaceutica, potrebbero favorire finalmente l’ingresso di neolaureati, oggi troppo spesso costretti a ripiegare su altri mestieri o a lasciare l’Italia per avere un futuro dignitoso”.