Cisl e Uil aderiscono formalmente al documento delle imprese sulla produttività. Ieri, infatti il sindacato di Bonnani ha formalizzato alle associazioni imprenditoriali “la propria adesione e sottoscrizione all’accordo sulla produttività”. La Cisl “ha valutato positivamente – spiega il suo segretario generale – il documento che è pienamente in linea e coerente con quanto è stato definito nella lunga e complessa trattativa tra tutte le associazioni imprenditoriali ed i sindacati”. Per il sindacato di via Po’, questo accordo “rappresenta certamente una iniezione di fiducia ed un segnale positivo per il paese, per i lavoratori e per le imprese”. Per il leader della Cisl, l’accordo sulla produttività è “sicuramente l’inizio di una nuova stagione di relazioni sindacali che porterà benefici complessivi sia al sistema economico italiano, sia alle buste paga dei lavoratori attraverso la detassazione del secondo livello di contrattazione, legata agli aumenti di produttività”. Bonanni poi spiega le ragioni del ‘sì’ della Cisl: “In un momento in cui è fondamentale una convinta unità di intenti per dare slancio e competitività al nostro sistema produttivo, le parti sociali hanno saputo trovare una sintesi responsabile che speriamo venga colta positivamente dalle istituzioni, dalle forze politiche e parlamentari. Il rafforzamento del secondo livello contrattuale rappresenta per la Cisl il cuore di una strategia sindacale mirata all’aumento dei salari attraverso la diminuzione delle tasse per i lavoratori in un quadro di nuovi strumenti di partecipazione fondati sulla bilateralità. Una grande opportunità di crescita e di protagonismo per i lavoratori e il sindacato”.
Anche l’Ugl, pur non essendo presente al tavolo, ha comunicato alle associazioni imprenditoriali la propria adesione all’accordo sulla produttività. A renderlo noto è il segretario generale, Giovanni Centrella, al termine del Consiglio Nazionale dell’Ugl che si è chiuso a Montesilvano. Considerata “la gravità del momento – ha detto il sindacalista -, le risorse messe a disposizione dal governo, sebbene non esaustive, e l’attenzione che l’Europa sta riservando all’Italia e alla sua volontà di voler uscire dalla crisi, è con senso di responsabilità che da parte dei rappresentanti dei lavoratori e delle associazioni datoriali deve essere dato seguito all’intesa per accrescere la produttività del lavoro italiano”. “Ovviamente – ha spiegato Centrella – il Patto da solo non basta, ma va accompagnato da altre misure volte allo sviluppo, anche attraverso la leva fiscale, e ad una nuova missione produttiva e industriale per l’Italia”.