Alla luce di una recente sentenza della Corte d’Appello, il Faschim – Fondo Nazionale di Assistenza Sanitaria per i lavoratori dell’industria chimica, chimico-farmaceutica- durante la seduta del Cda del 15 novembre scorso ha deciso all’unanimità di ammettere la richiesta, da parte di un dipendente, di iscrizione del convivente dello stesso sesso. Il lavoratore per dar forza alla sua richiesta aveva portato il certificato di iscrizione con il suo compagno al registro delle unioni civili istituito presso il comune di Milano.
Per il segretario confederale della Uil Paolo Pirani, “si tratta di una decisione importante: un primo passo in direzione del riconoscimento dei diritti civili, troppe volte negati, di coppie omosessuali, essa nasce da una giusta interpretazione della previsione statutaria del Fondo in tema di convivenza more uxorio”. “La decisione – prosegue – fa seguito alla sentenza della Corte D’Appello che accoglieva il ricorso di un dipendente di una banca di Credito Cooperativo volto ad ottenere l’iscrizione del proprio compagno convivente alla Cassa Mutua Nazionale per il Personale delle Banche di Credito Cooperativo”. “Ci auguriamo – aggiunge – in attesa di una normativa che dia sostanza al principio riconosciuto dalla Corte Costituzionale per il quale tutte le coppie hanno pari diritto a vivere la propria unione ottenendone il riconoscimento giuridico, che, in questo senso, sempre più istanze dei lavoratori vengano riconosciute. Solo in questo modo si potrà continuare sulla strada aperta dalla sentenza n.41484 della Cassazione, depositata nel marzo scorso, la quale sosteneva che le coppie conviventi dello stesso sesso, con una relazione stabile, hanno diritto al riconoscimento della loro vita familiare e quindi allo stesso trattamento garantito dalla legge ai coniugi etero”. “Anche qui – sostiene – si tratta di un primo passo di cui condividiamo la direzione: il riconoscimento di un diritto fondamentale quale la volontà di rispetto e assistenza reciproci. A differenza di molti paesi dell’Unione europea, come Germania e Inghilterra, dove assistenza sanitaria, eredità e reversibilità della pensione sono ormai una realtà acquisita, l’Italia su tali argomenti è in ingiustificabile ritardo”. (LF)