“Che si voglia o no dalla crisi ne usciremo insieme e solo se l’Europa comincerà ad usare le risorse per finanziare lo sviluppo.” E’ quanto dichiarato dal segretario generale Massimo Trinci in apertura dei lavori dell’assemblea nazionale dei quadri e dei delegati Feneal, a Chianciano. L’assemblea sarà un’occasione per riflettere e confrontarsi sulle tematiche del lavoro, della crisi e della rappresentanza.
“E’ necessario creare dei momenti di riflessione e di analisi come questi per tentare di dare un contributo al rilancio del Paese – ha sottolineato Trinci – in Italia, al momento, quello che manca è soprattutto un progetto di crescita che sancisca, in modo ragionevole ma chiaro, il valore della giustizia sociale e la necessità di trovare la giusta corrispondenza con i cambiamenti in atto”. “I dati di previsione parlano chiaro – ha spiegato – anche l’anno prossimo il Pil scenderà di un punto, portando con sé nuovi problemi di copertura del deficit e di forte riduzione dei consumi e del risparmio”. “In due anni il potere di acquisto delle famiglie ha subito un collasso di 5 punti – ha ricordato il segretario, mentre i redditi da lavoro dipendente quest’anno e nel 2013, probabilmente, saranno falcidiati di un meno 0,5%. Inoltre la disoccupazione è in continuo aumento e gli investimenti in inesorabile calo”.
Il segretario Feneal è tornato poi a chiedere un tavolo con le parti sociali per il settore “per esaminare e fissare gli obiettivi di un piano per l’edilizia che permetta di rimettere in moto il settore e con esso il Paese”. “Ma finora – ha aggiunto – il governo ha fatto orecchie da mercante”. “Proprio pensando alla difficile situazione del nostro settore e del sud – ha sostenuto – noi diciamo che non si può perdere altro tempo e l’unico modo per non è quello di riprendere un confronto di merito con il sindacato Se si vuole rilanciare la produttività bisogna prima partire dallo sviluppo e, per questo, occorre avere piani e programmi. Senza politica industriale, senza progetti di modernizzazione, con cassa integrazione, licenziamenti e lavoro nero non si fanno molti passi avanti.”
E a proposito dell’accordo sulla produttività firmato anche dalla Uil ha aggiunto concludendo la sua relazione “è da ritenere positivo in quanto viene confermata la validità del contratto nazionale di lavoro quale garanzia dei trattamenti normativi ed economici per tutti i lavorator, ma avrà una sua valenza e sarà veramente esigibile solo se il governo renderà strutturale la detassazione dei premi di produttività”.