Il ruolo della dirigenza pubblica nelle sfide internazionali è al centro dell’ottava edizione del forum delle politiche sociali organizzato dalla “la Rivista delle Politiche Sociali” (Rps).
Maria Luisa Mirabile, direttore Rps, perché avete deciso di parlare dei dirigenti della pubblica amministrazione?
Mai quanto oggi i dirigenti statali hanno un ruolo fondamentale nelle politiche sociali. La qualità del welfare dipende in gran parte dalla qualità della burocrazia dello stato. Da un decennio il ruolo del pubblico viene visto molto negativamente e molti tagli hanno colpito duramente il settore. Lo scopo del nostro forum è dimostrare come il ruolo dello stato sia invece fondamentale. Quello che si deve fare non è diminuire il ruolo della pubblica amministrazione come erogatore di servizi, ma renderla più efficiente e capace di rispondere alle sfide internazionali.
Funziona bene oggi la pubblica amministrazione?
In parte lascia a desiderare. Nel forum analizzeremo alcuni punti critici come il mancato adeguamento ai canoni internazionali, il crescente rischio di distorsione dei fondi pubblici per utilizzo privato da parte di dipendenti corrotti, un rapporto con la politica non equilibrato e il rischio, in particolare nella sanità, di infiltrazioni della criminalità organizzata.
Quali sono i temi delle varie sessioni?
In generale, non discuteremo della storia della pubblica amministrazione, ma del suo presente e futuro. La prima sessione affronterà il ruolo della dirigenza pubblica in Italia e in Europa analizzandone i diversi ruoli e tradizioni. La seconda analizzerà la crisi della burocrazia, la sua aziendalizzazione e il rapporto con la politica. La terza l’influenza dei profili dei dirigenti pubblici sulle performance del lavoro statale nelle sue differenti articolazioni settoriali e territoriali. Infine, nella quarta sessione si parlerà di élite nazionali e classi dirigenti pubbliche nella sfida del global change.
A suo parere per difendere meglio il welfare in Italia serve un maggior coordinamento delle pubbliche amministrazioni Europee?
Penso di sì, oggi molta parte delle legislazioni nazionali sono di derivazione europea. Quindi bisogna avvicinare le pubbliche amministrazioni ai centri decisionali.
Oggi vi è un forte rischio, visto l’avanzamento di paesi come India, Cina o Brasile, che nelle istituzioni internazionali l’Europa possa avere al massimo un voto. Visto che gran parte delle misure che in Italia vengono prese per combattere la crisi vengono da organi internazionali, non pensa che l’Europa debba presentarsi in queste sedi con un’unica voce?
Probabilmente sì. Visto il peso delle ricette che la comunità internazionale chiede all’Europa e all’Italia hanno sul welfare, sarebbe opportuno che l’Unione prosegua nel processo di integrazione. E’ forse l’unico modo per avere un punto di vista europeo in queste sedi.
Luca Fortis