“E’ ovvio che non è dignitoso per nessuno ricevere un salario essendo al tempo stesso richiesti di rimanere a casa”. A dirlo, in merito al caso degli operai della Fiat di Pomigliano d’Arco, è il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, che condivide quanto espresso dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, quando nel 2010 scrisse una lettera di sostegno ai 3 operai Fiom della Fiat di Melfi che si trovano nella stessa situazione dei lavoratori di Pomigliano d’Arco: reintegrati, ma non riammessi in fabbrica dall’azienda.
“Da qui a prendere delle misure, che per un governo in uscita non sarebbero possibili, ce ne corre. Lancio però un appello – aggiunge – perchè nella contrapposizione si esce sempre tutti perdenti. Il mio è davvero un accorato appello al dialogo e spero che sia raccolto”.
Per quanto riguarda le dichiarazioni dell’amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, che nei giorni scorsi ha definito come “il mio errore più grande” il lancio del piano Fabbrica Italia, il ministro ha commentato: “L’annuncio può essere considerato un errore ex post, ma certamente Marchionne non voleva dire che pensare un’iniziativa imprenditoriale di rilancio dell’auto in Italia sia stato uno sbaglio: credo intendesse che è stato un errore non aver avuto la capacità di prevedere ciò che poi è accaduto, ovvero un aggravarsi così pesante delle condizioni di mercato e della recessione”.