E’ iniziata oggi e si concluderà domani, con la presenza del segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, e del segretario organizzativo confederale Carmelo Barbagallo, l’VIII Conferenza d’Organizzazione della Feneal Uil. I lavori sono stati introdotti dalla relazione del segretario organizzativo della federazione, Ferdinando Lioi, che ha ribadito ai circa 300 delegati presenti in rappresentanza dei 160mila iscritti del sindacato degli edili della Uil, la necessità di un ripensamento del ruolo sindacale alla luce del malcontento generale nei confronti della lunghissima e profonda crisi e degli attacchi nei confronti delle tradizionali forme di rappresentanza istituzionali e politiche che potrebbero però coinvolgere anche il sindacato.
Nel corso dei lavori è intervenuto il segretario generale Massimo Trinci che ha sottolineato l’importanza di intraprendere una riflessione etica sul legame con i lavoratori e le proprie attività, per adeguare le strutture sindacali e le norme che ne regolano il funzionamento alle nuove esigenze del mondo del lavoro e ai cambiamenti che la società ha subito in questi anni, all’insegna della progettualità e dell’autonomia.
Il segretario ha poi sottolineato che il settore edile ha perso in questi anni 600mila lavoratori e che l’attuale situazione di stallo politico getta ancora di più il Paese nel baratro e nello sconforto. “Noi ora abbiamo bisogno di un governo – ha dichiarato – che faccia scelte efficaci a partire dalla riduzione dei costi della politica e delle tasse sul lavoro e dagli investimenti nell’industria, nella ricerca e nella scuola. In assenza di interventi che mirino ad affrontare i problemi reali del Paese rischiamo un ulteriore acutizzazione della crisi e delle sue disastrose conseguenze su economia e occupazione”. Per questo, a suo avviso, “quale che sia il governo che nascerà, sarà fondamentale inserire fra le priorità non rinviabili un progetto di rilancio immediato del settore”.
Trinci ha ribadito l’importanza per il rilancio del settore dello sblocco del Patto di Stabilità e del pagamento dei debiti Pa (19 miliardi alle imprese edili) per liberare risorse immediatamente spendibili in progetti essenziali per il Paese: come la manutenzione del territorio, degli edifici pubblici e storici, la riqualificazione delle città e delle periferie, il recupero e la trasformazione dell’invenduto, la riconversione del patrimonio abitativo, un Piano per le infrastrutture e per il Sud, tutte azioni in grado di creare lavoro di qualità e sviluppo del territorio.
Per il sindacato, dunque, un’edilizia sostenibile e responsabile, che difenda il territorio e non lo consumi secondo un modello differente da quello pre-crisi, può e deve rappresentare una risposta ai problemi occupazionali del Paese. (FRN)