“La voglia di tornare a crescere e rilanciare il Paese attraverso alcune riforme strutturali non più rimandabili e la centralità del lavoro e dei problemi di chi soffre maggiormente, in primis disoccupati e esodati, sono una buona premessa per l’attività del governo”. Lo afferma Silvestre Bertolini, presidente Cida il soggetto che rappresenta unitariamente a livello istituzionale quasi un milione di dirigenti, quadri e alte professionalità del pubblico e del privato.
“Le linee programmatiche del governo Letta sono alte, di ampia portata e condivisibili – continua Bertolini – anche perché accompagnate da una forte e costruttiva autocritica, elemento fondamentale per la ricostruzione della fiducia dei cittadini nella politica. Determinante la voglia di scommettere sui giovani, sulle donne, sull’integrazione e sull’internazionalizzazione di un Paese che vuole aprirsi e essere protagonista di un Europa più forte. Vitale è la promessa di ridurre il costo del lavoro e il peso fiscale, e di puntare sulla lotta all’evasione, ma anche su un fisco amico dei cittadini. Unico neo in un discorso che ci ha ridato fiducia e speranza è la quasi assenza di parole chiare sugli indispensabili taglia alla spesa pubblica”.
“Le categorie rappresentante da Cida – dice Bertolini – vogliono essere parte attiva di questo annunciato e forte rinnovamento. Faremo avere al Presidente Letta i nostri contributi, considerata la sua volontà di rendere maggiormente protagoniste le parti sociali più rappresentative, nelle politiche del lavoro”.
“Pensiamo – conclude – che i manager che combattono sul mercato quotidianamente per far crescere, con imprenditori e collaboratori, le loro aziende e non hanno stipendi milionari – debbano avere un ruolo da protagonisti in questa ripresa. Chiederemo che questa risorsa della quale il Paese ha assoluto bisogno venga sfruttata al meglio coinvolgendoci nelle decisioni per la crescita e lo sviluppo e favorendo una maggior managerialità delle aziende”. “I tanti, troppi manager – conclude – oggi privi di occupazione, devono e possono diventare risorsa vitale soprattutto per le Pmi e per far così crescere l’occupazione”.
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