Il sistema dei trasporti e della logistica in Italia resta debole e il peggioramento dell’accessibilità dei territori “pesa strutturalmente sull’economia nazionale”. In dodici anni, tra il 2000 e il 2012, la perdita di accessibilità è costata complessivamente all’Italia ben 24 miliardi di euro. E’ quanto emerge dalla ricerca di Confcommercio ‘Trasporti al passo, economia ferma’.
“La politica del non fare che tra il 2000 e il 2012 ha determinato un peggioramento dell`accessibilità pari al 5%”, osserva Confcommercio. In base ad un`elaborazione dell`Ufficio Studi dell’associazione, se l`accessibilità fosse rimasta ai livelli del 2000, nel 2012 si sarebbe registrato un Pil più elevato di circa 4 miliardi di euro (+0,2% rispetto al dato effettivo).
E anche il confronto con i principali competitor europei, in primis la Germania, è impietoso. Con i livelli di accessibilità tedeschi, il nostro Pil nel 2012 sarebbe stato più elevato di 20 miliardi di euro (+1,3% rispetto al dato effettivo). Se il nostro Paese avesse messo in campo, nel periodo 2001-2012, politiche di miglioramento dell`accessibilità tali da allinearlo ai livelli della Germania, l`incremento del Pil italiano sarebbe, pertanto, stato complessivamente pari a 120 miliardi di euro.
Ma anche senza rapportarsi ai principali protagonisti continentali, “l`omogeneizzazione dei livelli di accessibilità alla rete sul piano nazionale, riducendo ad esempio gli enormi squilibri esistenti tra Nord e Sud, avrebbe prodotto significativi effetti virtuosi per il nostro Paese”, rileva Confcommercio. (LF)
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