“Il decreto-legge 54 del 2013 rappresenta una risposta parziale a una serie di emergenze che riguardano la tenuta economica e sociale del Paese ma sono necessari impegni strutturali”. Lo ha dichiarato oggi durante l’audizione alla Camera dei Deputati, alle Commissioni riunite Finanze e Lavoro pubblico e privato, il segretario confederale dell’Ugl, Paolo Varesi, nel corso della presentazione del documento consegnato dall’Ugl, spiegando che “in questo momento di crisi è uno strumento utile con provvedimenti immediatamente efficaci, ma ne ha altri sui quali sarà fondamentale aprire un confronto”.
Per il sindacalista “sull’Imu si è deciso solo di posticiparne il pagamento ma l’Ugl è in attesa di conoscere come il governo intenda ottenere una più articolata riforma, ribadendo la propria richiesta di togliere l’Imu dalla prima casa ed incrementando la tassazione sugli immobili di lusso”.
“Fra gli elementi efficaci – continua – rientra il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga, circa 1,5 miliardi di euro disponibili per il 2013, che però non appaiono sufficienti: è fondamentale avviare un attento e costante monitoraggio delle risorse impiegate, prevedendo da subito un confronto a settembre con le parti sociali e le Regioni”.
“E’ sicuramente apprezzabile – sostiene – la proroga dei contratti di lavoro subordinato a tempo determinato nella pubblica amministrazione, come anche la misura che assicura l’operatività degli Sportelli unici per l’immigrazione delle Prefetture-Uffici territoriali del governo e degli Uffici immigrazione delle Questure, ma in entrambi i casi, i prossimi mesi dovranno essere utilizzati per individuare delle soluzioni strutturali”.
“Infine – conclude il sindacalista – il blocco del turn over nella pubblica amministrazione ha impedito il necessario ricambio generazionale, con il risultato di ricorrere a forme contrattuali diverse dal contratto a tempo indeterminato per assicurare i livelli essenziali delle prestazioni. Inoltre, il taglio delle risorse destinate alla formazione ha reso impossibile la riqualificazione del personale, con pesanti ricadute soprattutto negli enti locali”. (LF)