“È necessario mantenere l’Iva per le prestazioni di servizi socio sanitari ed educativi resi dalle cooperative sociali al 4%. Vanno abrogati i commi 488, 489 e 490 dell’art. 1 della legge di stabilità 2013”. Lo scrive Giuseppe Guerini, portavoce dell’Alleanza delle Cooperative Sociali nell’appello indirizzato ai sindaci e a tutti gli enti locali per fare fronte comune contro una scelta di finanza pubblica che non porterà nelle casse dello stato il gettito previsto.
“L’unico effetto – si legge nell’appello – sarà quello di spostare risorse dagli enti locali alle casse statali, senza alcun vantaggio reale, riducendo del 6% le prestazioni di welfare territoriale che i Comuni oggi garantiscono. Gli enti locali, infatti, con le medesime risorse del 2013, nel 2014 forniranno meno servizi sociali agli italiani. Saranno tagliati i servizi di inclusione sociale proprio alle fasce più deboli della popolazione: almeno 500.000 persone rimarranno senza servizi”.
L’aumento dell’Iva dal 4% al 10% (ovvero del 150%) si applicherebbe, infatti, alle prestazioni sociosanitarie ed educative rese dalle cooperative sociali in esecuzione di contratti di appalto e di convenzioni in generale. Il provvedimento è stato assunto nella legge di stabilità 2013 ha previsto che a partire dal prossimo anno passi dal 4 al 10% l’aliquota Iva di asili, Rsa, assistenza domiciliare, comunità per minori, centri per disabili gestiti dalle cooperative sociali.
“Un’operazione di mera tecnocrazia contabile sganciata dalla realtà – si aggiunge nell’appello – se pensiamo che, quest’anno, l’Unione Europea varerà una riforma complessiva del regime Iva focalizzata proprio sui regimi degli enti pubblici e delle organizzazioni senza scopo di lucro e, quindi, bisognerà intervenire, nuovamente, a livello nazionale. Farlo ora, sbagliando, tra l’altro, aumenta il clima di incertezza”.
“Le cooperative sociali e i Comuni – conclude Guerini – sono in prima linea nel fronteggiare le ricadute della crisi sui cittadini e nel garantire i livelli essenziali di assistenza territoriale. In Italia ci sono 12.000 cooperative sociali e loro consorzi che occupano 380.000 persone e raggiungono, con i loro servizi, oltre 6 milioni di cittadini”.
“L’aumento dell’Iva per i servizi resi dalle cooperative sociali deve essere scongiurato perché produrrà danni enormi ai servizi erogati dalle cooperative sociali, generando una forte pressione ai Comuni – così commenta Wladimiro Boccali, delegato Anci alla firma del Protocollo d’intesa con l’Alleanza delle Cooperative Italiane settore sociale e sindaco di Perugia – Certamente bisogna intervenire per riportare l’Iva di queste prestazioni al 4%. Come Anci condividiamo le forti preoccupazioni delle famiglie, delle cooperative sociali e delle comunità”. (LF)
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