Con la recessione dell’area euro che prosegue, moderandosi, e segnali contrastanti da imprese e famiglie, si profila una seduta interlocutoria alla nuova riunione del Consiglio direttivo della Bce. Da stamattina i banchieri centrali sono riuniti a Francoforte e la maggior parte degli analisti non prevede nell’immediato nuovi tagli ai tassi di interesse, dopo quello di maggio, anche se vi sono alcuni pareri minoritari che non escludono un altro ritocco. Intanto si sono create attese su possibili nuove misure volte a facilitare l’afflusso di credito bancario a imprese medio piccole. Ma c’è il rischio che queste aspettative rimangano deluse, perché secondo alcune indiscrezioni di stampa anche su questo versante domani non si produrrà granché.
Ieri Eurostat ha confermato la dinamica recessiva dell’area euro nel primo trimestre: il Pil è calato dello 0,2 per cento dai tre mesi precedenti e la contrazione su base annua è stata limata in peggio al meno 1,1 per cento, rispetto alle stime preliminari diffuse il 15 maggio. Si tratta comunque di una attenuazione della dinamica di calo rispetto ai dati di fine 2012. Tuttavia i dati sulle vendite del commercio al dettaglio, calate dello 0,5 per cento ad aprile, hanno segnalato un peggioramento della debolezza dei consumi delle famiglie. E le indagini sull’attività delle imprese dei servizi non hanno sortito quella leggera revisione in meglio che in precedenza si era vista sul manifatturiero.
La decisione sui tassi verrà annunciata alle 13 e 45, ma è anche atteso l’aggiornamento delle previsioni economiche dei tecnici della Bce, che presumibilmente riserverà revisioni al ribasso sulle stime di crescita dell’area euro. Verrà illustrato dal presidente Mario Draghi, nella consueta conferenza stampa alle 14 e 30. Intervenendo questa settimana ad una conferenza economica a Shanghai, ha parlato di una situazione economica che “resta impegnativa”, ma con “alcuni segnali di una possibile stabilizzazione. E il nostro scenario di base – ha aggiunto – continua ad esser quello di una graduale ripresa che inizierà nella seconda parte di quest’anno”.
Dal mese scorso il principale riferimento sul costo del danaro dell’area euro è stato ridotto al nuovo minimo storico dello 0,50 per cento, con una riduzione di 0,25 punti percentuali.