“Sono i pensionati che percepiscono un assegno previdenziale medio-basso quelli che corrono, più di altri, il rischio di finire nei prossimi anni sotto la soglia della povertà”. A denunciarlo è lo Spi-Cgil commentando i dati sulla povertà diffusi oggi dall`Istat.
“Si tratta – sostiene il sindacato – in particolare di quei 6 milioni di persone a cui è stata bloccata per due anni la rivalutazione annuale della pensione, con la conseguente perdita di 1.135 euro in due anni. “Nel 2012-2013 fino a circa 1.200 euro netti (1.400 lordi) – continua lo Spi – i pensionati hanno avuto diritto alla rivalutazione automatica, che non li ha di certo arricchiti, ma ha consentito loro perlomeno un recupero dell`inflazione. Per tutti gli altri invece questo meccanismo è stato interrotto esponendoli di conseguenza ad un ulteriore ed inesorabile impoverimento, visto anche il pesante aumento della tassazione sia nazionale che locale, dei prezzi e delle tariffe”.
“Per scongiurare questo scenario e per evitare che i pensionati siano sempre più poveri – conclude il sindacato dei pensionati della Cgil – bisogna pertanto ripristinare la rivalutazione annuale, ma anche alleggerire il peso fiscale, abbattere i costi della sanità e dei servizi di welfare che tanto pesano sulle tasche degli anziani”.