È iniziato attorno alle due di questo pomeriggio l’incontro presso il ministero dello Sviluppo economico per la questione della Indesit. Il piano di esuberi presentato dall’azienda, rivisto per la seconda volta, vedrebbe una diminuzione del numero delle persone coinvolte: si scenderebbe a 1.030. Di questi, per 330 sarebbe previsto l’accompagnamento alla pensione, per 400 invece un nuovo piano graduale di riassorbimento. In aggiunta, un aumento di investimenti e produzioni in Italia. Il gruppo di Fabriano ha quindi rivisto ancora il piano di riassetto della produzione presentato lo scorso giugno, prevedendo 78 milioni di investimenti, e maggiori produzioni nei tre siti italiani di Fabriano, Comunanza e Caserta. Il piano di reimpiego riguarderebbe, oltre ai 400 dipendenti già menzionati, anche altri 150 impiegati (non compresi nei 1.030 esuberi) di cui sarebbe previsto il ritorno in azienda entro quattro anni. Riguardo agli esuberi l’azienda prevederebbe nelle fabbriche, oltre alla cassa integrazione straordinaria, anche contratti di solidarietà (per i quali è tuttavia necessario l’accordo con i sindacati). Così a fine periodo gli esuberi da gestire si ridurrebbero a 300. “Il nuovo piano è insufficiente nel merito e poco chiaro sul capitolo riassorbimento, ha affermato Alessandro Pagano, responsabile della Fiom per il comparto elettrodomestici. Vogliamo garanzie precise, non si può legarlo ai cambiamenti del mercato”. Critico anche Gianluca Ficco, coordinatore nazionale Uilm del settore elettrodomestici: “Le modifiche devono essere verificate puntualmente nel merito e possono costituire una base su cui avviare una trattativa, ma non un punto di arrivo”.
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