Una “severa riduzione dei costi” per accrescere l’efficienza e migliorare la capacità di competere. Questo è il punto centrale del nuovo piano industriale di Alitalia approvato ieri sera durante il consiglio di amministrazione. Si è deciso inoltre di prorogare fino al 27 novembre i termini per partecipare all’aumento di capitale. Una scelta, questa, secondo la versione ufficiale, fatta per dare tempo ai soci di prendere coscienza del nuovo assetto, ma secondo alcune fonti anche per capire cosa deciderà l’assemblea di Poste che dovrebbe riunirsi il 20 novembre. Ma il primo azionista, la compagnia franco-olandese Air France, ha votato contro questa revisione del piano. Tra gli altri punti approvati, la riduzione del numero di aerei a medio raggio, ma anche un aumento dei voli internazionali e intercontinentali, diversamente da quanto richiesto dai francesi. Questo piano dovrebbe prevedere risparmi per circa 200 milioni, con circa 2.000 esuberi (compreso il mancato rinnovo di un migliaio di contratti a termine). E mentre i sindacati attendono una convocazione, forse già per oggi, aumenta la preoccupazione per il rischio di tagli dei posti di lavoro. Il ministro dei trasporti Maurizio Lupi ha ribadito che una delle priorità del governo è la difesa dell’occupazione. E intanto si continua a cercare un nuovo partner internazionale tra le compagnie estere. Tra i papabili circolano i nomi di Air China, Etihad e Aeroflot.
La strategia dei tagli
Il piano industriale prevede una riduzione complessiva dei costi tra il 20 e il 25%, tagli stipendi superiori ai 40 mila euro lordi, e circa 1500 esuberi