Accordo separato per la difficile vertenza Indesit. Nella notte i vertici di Indesit e dei sindacati Fim Cisl e Uilm Uil presso il ministero dello Sviluppo economico insieme ai rappresentanti delle regioni Marche e Campania, hanno raggiunto un’intesa che non è stata però accettata dalla Fiom, che non l’ha firmata. Il segretario generale Fim Cisl Giuseppe Farina esprime soddisfazione per la soluzione della trattativa. “L’accordo Indesit, ha dichiarato, è una buona notizia per i lavoratori e per l’industria italiana, che in una situazione difficile del mercato e del settore, assicura prospettiva di rilancio industriale per tutti gli stabilimenti e il rientro al lavoro di tutti i lavoratori”. Dichiarazioni positive anche dal segretario nazionale Fim Cisl Anna Trovò, la quale ha seguito personalmente le trattative. “L’accordo siglato oggi, ha detto, non solo determina il superamento della procedura di licenziamento collettivo per 1.400 dipendenti, ma impegna l’azienda alla stabilità occupazionale per cinque anni, fino alla fine del 2018”.
La Fiom invece, rifiuta l’esito della trattativa. “I problemi dell’azienda restano irrisolti, ha affermato un comunicato. E’ stata siglata un’ipotesi di accordo che prevede la delocalizzazione delle produzioni delle lavatrici dallo stabilimento di Caserta e il trasferimento delle produzioni dei piani cottura oggi realizzate nello stabilimento di Melano a Caserta: un fatto gravissimo che pregiudica il futuro dei lavoratori e getta un’ombra sul ruolo svolto dalle istituzioni in una vertenza difficile come questa”. Per il sindacato dei meccanici della Cgil “sarebbe stata invece necessaria una ripresa del confronto che ieri, al tavolo del ministero, non e’ stata ricercata ne’ dall’azienda ne’ da Fim e Uilm, ma neanche dal ministero e dalle regioni coinvolte”. Un accordo separato, dunque, che, sempre secondo la Fiom, “lascia tutti irrisolti i problemi posti in 6 mesi di trattativa e per i quali le lavoratrici e i lavoratori hanno messo in campo oltre 130 ore di sciopero: la vendita del gruppo Indesit, il futuro degli stabilimenti italiani, la salvaguardia dei livelli occupazionali”.
Molto critico il segretario della Fim Farina che considera “irresponsabile” l’attegiamento della Fiom. A suo avviso “i sei mesi di trattativa e la mobilitazione hanno cambiato il piano inizialmente presentato dall’azienda, un piano che era rinunciatario e di disimpegno dall’Italia.
L’accordo siglato oggi, al contrario, ha detto, dà nuove prospettive agli stabilimenti e all’occupazione, assicurando una gestione solidaristica degli ammortizzatori sociali. C’è solo da chiedersi come è possibile che la Fiom non lo abbia sottoscritto e anzi ha fatto del tutto per boicottarlo”.
La vertenza si era aperta nel mese di giugno di quest’anno, quando la direzione della Indesit aveva annunciato alle organizzazioni sindacali, l’adozione di un piano industriale che per consentire la competitività aziendale e la sostenibilità delle produzioni italiane nella competizione internazionale, tra i produttori di elettrodomestici, e prevedeva la chiusura di due impianti produttivi e il taglio di 1425 posti di lavoro come conseguenza del sommarsi di scelte aziendali di delocalizzazione produttiva in Polonia e in Turchia e della crisi economica.
L’intesa raggiunta dopo una complessa fase di confronto durata sei mesi e con l’inasprimento delle ultime settimane con l’apertura della procedura di licenziamento collettivo da parte della direzione aziendale, prevede investimenti produttivi, tutela l’ occupazione e riqualifica i lavoratori. Nel dettaglio per il polo produttivo di Caserta è prevista la specializzazione produttiva sul frigorifero da incasso e sui piani cottura a gas dei quali Caserta diventa l’ unico produttore; ciò comporta il rientro il Italia di produzioni di frigoriferi oggi realizzate in Turchia e di piani cottura, destinati nel piano originale predisposto dall’azienda alla fabbrica di Indesit collocata in Polonia;
Nel polo produttivo marchigiano di Fabriano invece si produrranno forni da incasso e su piani speciali ( professionali ), anche in questo caso, con la rinuncia a delocalizzare produzioni previste in uscita e internalizzando la produzione di forni finora acquistati all’estero; per il polo produttivo di Comunanza: la specializzazione produttiva sul lavaggio, L’unica a produzione in Italia di tutte le lavatrici e quindi la specializzazione sul lavaggio è stata destina al polo di Comunanza. L’intera riorganizzazione produttiva sarà realizzata con investimenti per 83 milioni di € nel triennio 2014/2016, utilizzando ammortizzatori sociali conservativi, senza prevedere licenziamenti di personale e privilegiando tra gli strumenti disponibili i contratti di solidarietà che permettono di distribuire il lavoro proteggendo il reddito dei lavoratori.Durante la riorganizzazione, inoltre, i lavoratori saranno riqualificati e formati rispetto alle nuove attività da intraprendere.