Prosegue senza interruzione la protesta degli autotrasportatori e assume caratteristiche sempre più inquietanti. La composizione scesa in piazza oggi 9 dicembre al grido “politici, amministratori e sindacati ladri legalizzati” è caratterizzata da soggetti fortemente connotati da un’allergia alle forme tradizionali della politica istituzionale, sindacale e di movimento. Sono tendenzialmente nazionalisti, ripetuti i riferimenti al “popolo italiano”, ai “lavoratori italiani” e veicolati da un sentimento di protesta che tiene insieme l’odio per la casta (politici, sindacalisti, giornalisti) e per lo Stato percepito come tirannico, il richiamo alla Costituzione e a una figura emblematica della Prima Repubblica come Sandro Pertini, la profonda avversione per Equitalia e per l’aumento della tassazione sul loro lavoro. Blocchi stradali sulle autostrade solo per i mezzi pesanti, le iniziative sono dislocate in tutta Italia, ma i due poli della protesta sono Torino e Catania. Binari occupati e traffico ferroviario bloccato invece alle stazioni di Torino Porta Nuova e Porta Susa, disagi anche alla viabilità delle auto per i presidi allestiti in alcuni punti della città. Il movimento che a gennaio 2012 paralizzò la Sicilia ha trovato nuovi alleati, dai Liberi imprenditori federalisti europei (Life) all’Associazione italiana trasportatori (Aitra), dal Movimento autonomo autotrasportatori (Maa) ai Cobas del latte, dai Comitati riuniti agricoli (Cra) ad Azione rurale Veneto. E l’agitazione organizzata da agricoltori, camionisti, piccoli imprenditori, operai, disoccupati e semplici cittadini, non sembra arrestarsi.”Se mercoledì verrà data la fiducia al governo la nostra protesta rimarrà in piedi fino a che non se ne vanno, “Sarà sciopero a oltranza, dichiara Danilo Calvani, coordinatore del movimento, nelle forme pacifiche e democratiche che si conoscono. C’è grande euforia, saremo milioni perché milioni sono le persone che non ce la fanno più. Non è un’iniziativa di settore, ma di popolo”. Per Calvani deve cadere tutto, “perché se qualcosa rimane in piedi poi ricresce e ci ruba di nuovo il pane di bocca”.
Allarme della Cgil, “alzare il livello di vigilanza in sedi sindacali”
Una nota dell'organizzazione alle strutture mette in guardia sulla pericolosita' del movimento e condanna ogni violenza.