Fiom e Fiat hanno raggiunto una conciliazione per chiudere le vertenze aperte nei tribunali di tutta Italia. Ma questo gesto non comporta una pacificazione tra il sindacato della Cgil e la Fiat. Michele de Palma responsabile auto del sindacato spiega la situazione, mostrandosi molto scettico circa un miglioramento dei rapporti con gli altri sindacati della categoria.
Si ricompongono i rapporti tra Fiom e Fiat? E’ stata solamente una conciliazione in sede legale, ovvero la Fiat non ha potuto far altro che accettare la sentenza della Corte Costituzionale, che riconosce i diritti dello statuto dei lavoratori. Sentenza avvenuta dopo un lungo iter attraverso il quale la Fiom, facendo causa in diversi tribunali d’Italia, ha chiesto che i suoi rappresentanti, come quelli delle altre sigle sindacali, fossero ammessi nei consigli di fabbrica. L’azienda quindi ha riconosciuto alla Fiom i diritti sanciti dallo statuto, tra cui quello di assemblea.
Quindi nessuna pacificazione? La Fiom è ancora in aperta polemica con la Fiat e ci sono molte altre vertenze aperte tra cui quelle riguardanti le discriminazioni subite da i lavoratori appartenenti al nostro sindacato.
I rapporti con Fim e Uilm possono tornare alla normalità? Il gesto di Pomigliano come deve essere interpretato? Fim e Uilm avevano prenotato fino alla fine dell’anno otto ore di assemblea, alla Fiom è stata concesse una di queste ore, per permettere anche ai lavoratori Fiom di prendere parte ad una assemblea del loro sindacato in vista della fine dell’anno. Gesto apprezzabile, ma che non cancella l’ingiustizia dell’esclusione del sindacato dai diritti che dovrebbero spettare a tutti. Quindi siamo ben lontani da riconciliazioni.
Quindi non prenderete parte alle prossime trattative contrattuali? All’interno dell’azienda si sono messi in moto processi per riconoscere diritti e poteri al sindacato Fiom, ma la Fiat continua ad incontrare separatamente i delegati dei vari sindacati.
Azzurra Taraborelli