“La segreteria proporrà al Direttivo di tornare al voto degli iscritti. Sarà un voto sul testo unico, ma anche sul nostro modello sindacale. Dopodiché, una volta espresso il voto non ci saranno più alibi, tutti dovranno trarne le conseguenze”. Così Susanna Camusso, in una intervista a La Repubblica, apre alle richieste della Fiom, che da settimane preme perché il testo unico del regolamento sulla rappresentanza sia sottoposto al vaglio di una platea piu’ vasta rispetto a quella del solo direttivo, che lo aveva approvato due settimane fa. Dunque, una vittoria per le istanze di Maurizio Landini, che aveva accusato la confederazione di ”scarsa democrazia”. Ma secondo Camusso, non è questo il problema: “quello che conta – spiega la segretaria – è la salvaguardia della Cgil, della sua straordinaria democrazia e la responsabilità di tutti a non oscurarla”. In ogni caso, si tratterebbe, per la Fiom, di una mezza vittoria: nelle intenzioni della categoria, a votare sul testo dovrebbero essere solo i diretti interessati, e cioè sostanzialmente le categorie dell’industria (il regolamento, infatti, è stato firmato per ora con la sola Confindustria). Le parole di Camusso, invece, lasciano intendere che il voto riguardera tutti, cioe’, per esempio, anche Pubblico Impiego e Pensionati, che nulla hanno a che fare con le nuove regole ma che, nel caso di referendum, col loro voto positivo finirebbero per mettere in netta minoranza il ‘no’ dei metalmeccanici. Dunque, una soluzione che andrebbe a tutto vantaggio della linea Camusso, che con un solo colpo dimostrerebbe sia di avere realmente a cuore la democrazia del suo sindacato, sia di aver firmato un accordo apprezzato anche dalla ‘base’, e non solo dal vertice.
Landini, gravissimo se Cgil mi denunciasse. La confederazione: tutto falso
Il leader Fiom commenta così la lettera di Camusso. Ma la Cgil: il consiglio statutario non è un tribunale, nessuna misura disciplinare in vista, pluralismo è nostro credo.