La Fiom replica alle notizie sul blitz di stamane all’attivo Cgil, dove – si legge in una nota. ”presunti militanti” della categoria hanno fatto irruzione durante un’assemblea organizzata dalla confederazione, poi degenerata in scontro fisico. ”A quanto ci risulta – afferma Mirco Rota, segretario generale della Fiom Lombardia – tra i protagonisti dell’irruzione vi erano esponenti di altre e diverse categorie Cgil. Occorre precisare che l’attivo regionale in questione non è stato organizzato dalla Fiom, né la Fiom è stata invitata. Inoltre, a quell’attivo la Fiom, dopo averlo criticato anche in una conferenza stampa, non ha partecipato con i suoi quadri dirigenti”. E ancora, prosegue la nota, “non comprendiamo perché a un attivo delegati Cgil non possano intervenire militanti e dirigenti (addirittura nel caso in questione un componente del Direttivo Cgil nazionale) per esprimere il loro punto di vista. Questa presa posizione di chiusura degli organizzatori dell’iniziativa ci preoccupa perché conferma a una deriva censoria del tutto estranea al confronto democratico che dovrebbe animare la Cgil in un momento così complicato”. Detto ciò, – conclude Mirco Rota – condanniamo con fermezza ogni atto di provocazione gratuita e di violenza, da qualsiasi parte questo provenga. Provocazione e violenza che sono estranee completamente alla storia della Fiom, alla sua cultura e al nostro modo di agire e confrontarci all’interno della nostra organizzazione”.
Un secondo comunicato, della Fiom di Milano, afferma: “Abbiamo criticato pubblicamente la decisione di Cgil Lombardia di non coinvolgere la categoria dei metalmeccanici in una assemblea confederale dei delegati con all’ordine del giorno il testo unico sulla rappresentanza, ma – e lo ribadiamo – non essendo stati invitati non c’eravamo proprio. Nessun blitz, quindi, nessuna irruzione: respingiamo una ricostruzione dei fatti che non si basa su alcun dato di realtà. Noi siamo la Fiom: dissentiamo, rivendichiamo, non provochiamo. Non permettiamo a nessuno di strumentalizzare le nostre posizioni, trascinandoci su un terreno che non ci appartiene. Detto questo, consideriamo grave e preoccupante che ad un componente del Direttivo nazionale della Cgil e primo firmatario della mozione congressuale “Il sindacato è un’altra cosa”, sia stata negata la parola. L’esclusione dei metalmeccanici ad un attivo della Cgil e quanto è accaduto questa mattina confermano l’esigenza di una discussione all’interno della confederazione: la democrazia è una cosa seria, non un optional.”