Il presidente del Consiglio, Enrico Letta, presenterà le dimissioni. Lo annuncia a pochi minuti dal voto della direzione nazionale del Pd, che vota favorevole alla relazione del segretario con 136 si e 16 no, che chiedeva una “fase nuova, con un nuovo esecutivo”. Enrico Letta non andrà in Parlamento per formalizzare la crisi, e oggi sarà al Quirinale per presentare le dimissioni.
In mattinata a Palazzo Chigi si presentano il portavoce della segreteria Lorenzo Guerini e i capigruppo Roberto Speranza e Luigi Zanda. A Letta prospettano (il partito però smentisce) il ministero dell’Economia in un governo che abbracci il suo programma Impegno Italia. Ma il premier vuole che Renzi dichiari apertamente di voler prendere il suo posto e che il Pd si pronunci con un voto.
Quasi certo, invece, l’addio di Angelino Alfano al ministero dell’Interno: il leader Ncd resterebbe vice-premier, ma lascerebbe il Viminale.
Per il Wall Street Journal, la politica italiana “ritorna alla normalità”. Letta, osserva il quotidiano americano, si aggiunge alla lunga lista di presidenti del Consiglio che dal dopoguerra in poi non sono riusciti a portare a termine il loro mandato quinquennale.
Quello che nel pezzo viene erroneamente definito “l’ex sindaco di Firenze” ha ritirato l’appoggio al governo di larghe intese che il suo collega di partito guidava dalla scorsa primavera e questo, “in un certo senso”, costituisce “un ritorno alla normalità” visto che, come ricorda il WSJ, dal 2011, con la caduta dell’esecutivo presieduto da Silvio Berlusconi “l’Italia è stata governata dai tecnocrati”. Categoria in cui vanno inseriti secondo il giornale Mario Monti e lo stesso Letta.