Il nuovo governo Renzi non scalda il cuore della Cgil, che, anzi, sottolinea l’indifferenza mostrata dal nuovo premier rispetto alle parti sociali: ‘’non mi pare che al momento sia nella sua agenda un incontro con sindacati e imprese’’, ha osservato Susanna Camusso, nel corso di una conferenza stampa convocata per annunciare le decisioni del direttivo rispetto all’accordo sulla rappresentanza, oggetto di scontro con la Fiom di Maurizio Landini. Uno scontro che peraltro la segretaria della Cgil liquida con poche parole: ‘’normale dialettica, lo scontro e’, piuttosto, il solito vizio dei media di amplificare cose che rientrano nella normalita’ di una grande organizzazione come la Cgil’’. E Landini, infatti, resta sullo sfondo, rispetto ai commenti sulle prime mosse dell’esecutivo. Camusso va giu’ brusca: “ non possiamo giudicare, per ora ci sono solo titoli sui giornali. Vedremo nei prossimi giorni se acquisteranno contenuti”. Per il momento, ci sono pero’ gia’ degli altola’: ‘’non ci piace l’idea di un taglio del cuneo fiscale solo sulle imprese, attraverso l’Irap. E nemmeno ci piace un intervento sull’Irpef: sarebbe spalmato su una platea troppo vasta, nella quale rientrebbero anche gli evasori fiscali, che ne avrebbero un vantaggio’’. Dunque, meglio intervenire con detrazioni fiscali, che potrebbero meglio essere indirizzate solo sul lavoro dipendente. Quale che sia la soluzione, resta da vedere quali saranno le coperture economiche. Camusso da sempre sostiene una patrimoniale, oggi conferma il favore verso una tassazione delle rendite finanziarie, anche sui titoli di stato, ma salvaguardando il piccolo risparmio. Quanto al jobsact, finito un po’ in soffitta dopo il turbine di eventi di queste ultime settimane, la sindacalista ricorda che ‘’quello che conosciamo e’ solo il promemoria presentato da Renzi a suo tempo, da allora nessuna nuova”. Di sicuro, pero’, il lavoro dovra’ essere al centro dell’operato del governo, al quale, generosamente, la Cgil offre il proprio piano del lavoro: ‘’lo mettiamo a disposizione di Renzi, se vorra’’’. E qui torna il concetto che non si possono scavalcare le parti sociali: “Il primo messaggio che si può mandare al nuovo governo è che non si può saltare la rappresentanza sociale”. Intanto, per il 9 marzo la Cgil ha convocato un direttivo, ineditamente domenicale, proprio per discutere il rapporto col governo.
L’altro tema caldo, quello della contesa con la Fiom sul testo unico per la rappresentanza, non e’ meno incandescente, anche se la segretaria smorza i toni. Sta di fatto che le modalita’ di voto decise ieri dal Direttivo non sono piaciute a Maurizio Landini: lunedì si riunira’ il comitato centrale Fiom, e decidera’ quale atteggiamento prendere, ma e’ possibile, anzi probabile, che la categoria valuti di non partecipare al voto indetto dalla Cgil, per organizzare un referendum in proprio. Una scelta che, secondo Camusso, sarebbe un danno per i lavoratori. Come che vadano le cose, la segretaria garantisce che la democrazia sara’ come sempre rispettata: e dunque, afferma, ‘’se il voto dei lavoratori fosse contrario, ne trarremo le conseguenze, ritirando la nostra firma dall’accordo. Abbiamo un vincolo, per il quale nel momento in cui andiamo alla consultazione, l’esito del voto vale”. Ipotesi che sembra piuttosto improbabile, per la verita’, tenendo conto che sul milione e 70 mila lavoratori che saranno chiamati a esprimersi sull’accordo Confindustria- Confservizi, quelli della Fiom saranno meno di un terzo. Ma parole che, in ogni caso, hanno destato una certa preoccupazione ai piani alti di Confindustria.
N.P.