(Cliccare sull’immagine per aprire le slide)
Il governo Renzi ha mantenuto le promesse. Il consiglio dei ministri di mercoledì 12 marzo ha varato una serie di provvedimenti molto importanti che attueranno quanto il premier aveva promesso, indicando le coperture per tutte le azioni.
Il primo provvedimento è lo sblocco dei debiti della pubblica amministrazione per 68 miliardi di euro. Sarà immediata liquidità che farà innalzare gli investimenti e porterà anche un beneficio nelle casse dello stato sotto forma di tasse.
Il secondo provvedimento è un piano di interventi nelle scuole. Sarà sostenuto da un fondo di 3,5 miliardi di euro cui potranno attingere i comuni per sostenere le spese di riattamento delle costruzioni scolastiche.
Il terzo provvedimento riguarda un fondo di 1.700 miliardi di euro da spendere per il riassetto idrogeologico. Per l’utilizzo di quieti due fon di è previsto che si formino unità di controllo presso Palazzo Chigi per assicurare che questi soldi siano effettivamente spesi e lo siano velocemente.
Il quarto provvedimento è un piano casa da 1,7 miliardi di euro.
Il quinto provvedimento è l’intervento sul fisco. E’ previsto che i redditi di tutti i lavoratori che hanno una retribuzione fino ai 25mila euro l’anno, che grosso modo sono equivalenti a uno stipendio mensile netto di 1.500 euro, siano sgravati di tasse e per questa operazione sono stati stanziati 10 miliardi di lire. E’ previsto che saranno toccati da questo intervento circa 10 milioni di lavoratori, per cui per ognuno ci saranno 1.000 euro l’anno, che significheranno almeno 80 euro in più in busta paga ogni mese. E questo sarà realtà dal prossimo mese di maggio.
Il sesto provvedimento prevede una riduzione dell’Irap del 10%.
Il settimo provvedimento prevede un aumento della tassazione delle rendite finanziarie dal 20 al 26%.
L’ottavo provvedimento prevede la riduzione del 10% del costo dell’energia per le piccole e medie imprese.
Il nono provvedimento, che assumerà la veste di un disegno di legge delega al governo, sarà dedicato al lavoro. Prevede vari interventi immediati, che saranno: il durc, il documento unico di regolarità contributiva, accessibile online; il contratto a termine sarà rivisto, eliminando l’obbligo delle causali, che portano solo controversie giudiziarie, e la necessità di pause nel corso dei 36 mesi di massima validità di questi contratti; una riforma dell’apprendistato per renderlo più accessibile.
Nella legge delega invece trovera’ spazio un’ampia riforma della normativa sul lavoro, che prevede: la riforma degli ammortizzatori sociali, mantenendo Cig e Cigs, ma con una riduzione contributi generali e un aumento invece per chi la usa maggiormente. La Cig in deroga andrà a esaurirsi, sostituita da un sussidio universale per la disoccupazione, che assorbirà anche Aspi e altri strumenti di intervento. Ancora, è prevista la riforma dei servizi per il lavoro, con la creazione di una Agenzia nazionale del lavoro. Nel collocamento potranno operare anche i privati, in base al principio della sussidiarietà. Il provvedimento prevederà anche la riforma dei contratti, con semplificazione del numero di quelli esistenti, la tutela della maternità, la riforma della concilazione.
Le coperture.
Renzi ha detto che questi interventi saranno finanziati con una serie di interventi. Dalla spending review verranno 7 miliardi nel 2014 secondo i conti presentati da Cottarelli. Ancora, c’è un margine perché attualmente il deficit è pari al 2,6% del pil e, poiché il deficit può crescere fino al 3%, consente di impegnare delle risorse. E’ stato calcolato che ogni 0,1% comporti una spesa di 1,6 miliardi di euro, per cui in teoria potrebbero essere previste uscite per altri 6 miliardi euro. 7 più 6 significa che il governo ha potenzialmente a disposizione risorse per 13 miliardi, ma non è detto che siano necessari, perché non si vuole raggiungere il 3%. Del resto, anche le spese saranno minori, perché i 10 miliardi di euro per il fisco sono calcolati su base annua, ma cominciando l’operazione dal mese di maggio, la spesa è pari solo ai due terzi di questi 10 miliardi. Ancora, sono da considerare le maggiori entrate per le spese preventivate per la scuola e il riassesto idrogeologico, le entrate per la maggiorazione della fiscalità per le rendite finanziarie.
Le coperture, ha detto Renzi, sono evidenti, gli interventi chiari, il percorso di riforma corposo. Ha detto che sentirà tutte le parti, che sono scontate delle critiche, ma che il governo andrà avanti nella sua strada.