Le misure del decreto su contratti a termine e apprendistato, decise dal Governo Renzi, non convincono al segretario generale della Cgil, Susanna Camusso: “Per quello che abbiamo visto fino a ora- afferma- non ci siamo, anzi: siamo nella direzione opposta a quella tante volte annunciata. Si annunciano i jobs act raccontando che per superare questo sindacato, le sue resistenze, si faceva un bel contratto unico a tutele crescenti e così si dava un risposta, ma il contratto unico a tutele crescenti corre il rischio di avere, in realtà, tutele descrescenti”.
Il nuovo decreto sulla acausalità dei contratti a termine non modifica la durata massima dei contratti, che resta fissata in 36 mesi complessivi, ma fa coincidere a tre anni anche la possibilità di non dovere giustificare la motivazione del termine del contratto. In altre parole, se prima per i contratti superiori ad un anno andava indicata una causa precisa, ora questa prescrizione fino a tre anni sparisce. La ragione, ha puntualizzato il ministro del Lavoro Poletti, é eliminare una delle origini di molti contenziosi, quelli appunto relativi al mancato rispetto della “causa” specificata nel contratto. Contestualmente, il governo ha fissato al 20% il numero di lavoratori con contratto a termine sul totale dell’organico di un’azienda.
Per Camusso, tuttavia, “Si è fatto esattamente l’opposto di quello che lo stesso presidente del consiglio dichiarava: si è creata un’altra forma di precarietà. Una forma per cui una persona può essere assunta e licenziata per tre anni senza alcuna ragione e senza alcuna causa”. La Cgil, dunque, è preoccupata e contraria: “siamo all’opposto di quella idea di riduzione della precaria e dell’incertezza dei lavoratori che sarebbe necessaria”.
Per quanto riguarda gli apprendisti, per le imprese sparisce l’obbligo di confermare, e quindi stabilizzare, almeno il 30% degli apprendisti prima di poterne assumere di nuovi. Per gli apprendisti di primo livello, ha scritto oggi il Sole 24 ore, dal governo arriverebbe anche una mini sforbiciata allo stipendio. Le ore relative all’attività formativa, parte integrante dell’attività di apprendistato, verrebbero ora retribuite al 35% del livello contrattuale di inquadramento.
Camusso a questo proposito osserva: “Trovo Poletti contraddittorio rispetto a quando era presidente delle Cooperative, quando sosteneva, cioe’, che era necessario continuare ad assumere a tempo indeterminato nonostante la crisi. Mentre ora – sottolinea Camusso. propone cose opposte a quelle annunciate” .
Quanto ai rapporti di Renzi con le parti sociali, per la segretaria della Cgil restano inesistenti: “Mi pare che abbia affermato in varie occasioni che non intende incontrarci. E A chi gli ha chiesto di aprire dei tavoli di confronto, Renzi ha risposto “niente tavoli, ‘mandatemi delle mail”. Sulla possibilità che la Cgil chieda un incontro al premier, Camusso ha con ironia aggiunto: “Non lo richiederemo via mail e nemmeno via twitter”.
E.G.