All’ipotesi di abolizione delle camere di commercio, arriva pronta la risposta del presidente di Uniocamere, Ferruccio Dardanello: “Sono indispensabili oggi più che mai per lo sviluppo dell’Italia. E non c’è paese economicamente evoluto al mondo dove non ci siano. Credo che chi propone una riforma di questo tipo non abbia ben chiaro il pregiudizio che ne deriverebbe”.
Dardanello spiega il ruolo delle camere di commercio: “Partiamo dal Registro delle imprese, messo in piedi negli anni `90, che oggi è uno strumento fondamentale per la sicurezza, la certezza, la trasparenza e la garanzia del mercato e che in giro per il mondo stanno cercando di copiarci. Basti pensare che ogni anno, su un totale di 40 milioni di visure, magistratura e forze dell’ordine effettuano 6,5 milioni di accessi per le indagini di contrasto alla criminalità”. E poi un altro esempio: “grazie alla comunicazione unica è possibile far nascere un’impresa in un solo giorno. Con il sistema della giustizia alternativa è possibile risolvere una controversia in 45 giorni evitando anni di processi in tribunale”.
Che serva una riforma, però per il presidente di Unioncamere “è indiscutibile. Avevamo già presentato una proposta ai tempi del governo Monti che poi si è arenata in Parlamento” e “in questi giorni l’abbiamo rinnovata e se il governo la farà sua si potrà dare vita ad una riforma che permetterà di recuperare risorse importanti da destinare allo sviluppo, alla crescita e all’occupazione”, spiega tenendo a precisare che le Camere di Commercio “non ricevono un centesimo di trasferimenti dal bilancio dello Stato, ma sono finanziate unicamente dalle imprese alle quali spetta giudicare se queste risorse siano ben spese”. Mediamente, 9 euro al mese per impresa. Alla luce di questi dati, Dardanello si augura che il governo “non voglia davvero proseguire su questa strada”.