La rivoluzione di Renzi riguarda anche il sindacato. Il premier, in una intervista al Corriere della Sera, spara a palle incatenate contro i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil, inserendoli tra i responsabili della ‘’palude’’ che –afferma- sta cercando di fermare il cambiamento: «I miei avversari non sono in trincea –dice Renzi al Corriere -. Sono piuttosto nella palude. È evidente che una larga parte della classe dirigente ci osteggia. È altrettanto evidente che noi non arretreremo davanti all’obiettivo di garantire ai cittadini una pubblica amministrazione in cui non si sentano ospiti indesiderati, ma padroni di casa. Se per far questo dobbiamo prenderci un po’ di insulti e contumelie, ce le prendiamo. Non dico che dobbiamo cambiare tutto, ma che dobbiamo cambiare tutti”.
Anche i sindacati, appunto: « Anche i sindacati, come la politica, devono farsi un esame di coscienza, devono cambiare. Sogno un sindacato che, nel momento in cui cerchiamo di semplificare le regole, dia una mano e non metta i bastoni tra le ruote. Non vogliamo fare tutto da soli, sulla riforma della pubblica amministrazione aspettiamo anche le loro idee; ma vogliamo che a un certo punto si decida, altrimenti non è politica, è chiacchiericcio. Non vorrei che la polemica derivasse dal fatto che si dimezza il monte ore dei permessi sindacali e che i sindacati saranno obbligati a mettere on line ogni centesimo di spesa. Non i bilanci, che spesso sono illeggibili; ogni centesimo. Di fronte all’avanzare di Grillo e del grillismo la risposta è sfidare i sindacati a viso aperto».
E a proposito di Grillo, Renzi critica la performance del leader Cinque Stelle a Piombino:« È andato in un’azienda che sta morendo, a strumentalizzare un dramma con il solo obiettivo di prendere voti e attaccare i sindacati. Ma le persone che vogliono bene ai lavoratori non si comportano così; cercano di salvare i posti di lavoro. Noi abbiamo messo su Piombino più di 200 milioni. Non ho attaccato i sindacati su Piombino: li ho coinvolti. Non per questo i sindacati possono fare finta di niente mentre l’Italia soffre. Anche loro devono mettere qualcosa. In ogni caso, non sarà un sindacato a fermarci». Renzi conferma, a questo proposito, l’intenzione di procedere sulle riforme del lavoro e pubblica amministrazione, malgrado le perplessità, quando non l’opposizione, delle confederazioni: “Si confrontino, discutano, ci dicano le loro idee: non abbiamo problemi ad ascoltare i sindacati. Ma vogliamo negare che occorra un cambio radicale delle regole del lavoro? Dobbiamo fare di tutto per consentire a chi vuole creare lavoro di farlo. Le resistenza del sindacato sono rispettabili, non comprensibili». Resistenze che si riscontrano anche nel caso del taglio delle prefetture, il che offre a Renzi un assist per dire: “Mi ha molto colpito scoprire che esiste un sindacato dei prefetti, e pure un’associazione dei segretari comunali: la sindacalizzazione ha portato anche a questo”. Solo se l’Italia avrà un sistema burocratico più efficiente, aggiunge il premier, potrà attrarre più investimenti, e restituire speranza ai giovani che non trovano lavoro e ai cinquantenni che lo perdono:”se riusciamo a cambiare l’Italia, i soldi arrivano a palate. A me piace creare posti di lavoro. E se il sindacato dei prefetti, l’associazione dei segretari comunali e la lobby dei consiglieri provinciali si oppongono, è un problema loro, non nostro». Infine, anche nella difesa a oltranza degli 80 euro in busta paga da fine maggio la stoccata al sindacato e’ evidente: “Chi parla di elemosina non si rende conto di cosa significhi per chi guadagna 1.100 euro guadagnarne il mese prossimo 1.180. Nessun rinnovo contrattuale ha mai dato ai lavoratori quel che diamo noi”.