Nella sua relazione all’Assemblea Generale 2014 a Roma, il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, entra subito in merito alle questioni urgenti del paese, e la parola d’ordine è “Riforme”. Per Sangalli “sono l’unica strada per presentarci in Europa con dignità”, perché “”l’Italia è ancora gravemente malata di bassa crescita, non è affatto fuori pericolo” e “Governo, Parlamento e politica devono agire con celerità, fermezza, efficacia”.
Sangalli ha quindi invitato a “guardare con serena lucidità alla realtà: le prospettive di crescita sono deludenti; siamo, ancora, nella palude degli zero virgola tanto per il Pil quanto per i consumi”. Insomma, “non ci sarà una ripresa salvifica. Ci dobbiamo salvare da soli, facendo le riforme”. A partire dalla principale, quella della spesa pubblica, che “ancora presenta ampi margini di riduzione e di riqualificazione”. “Il naturale completamento della riforma della spesa pubblica, ha continuato il presidente di Confcommercio, è la riforma fiscale, nella direzione di un abbassamento del carico fiscale attraverso la riduzione generalizzata delle aliquote dell’Irpef”, perchè “l’attuale carico fiscale sul lavoro è incompatibile con la crescita”. E’ poi necessaria la semplificazione, “un approccio fiscale che favorisca l’imprenditore e il contribuente”. Per Sangalli, infatti, “le tasse in Italia si pagano infatti tre volte: prima come imposte, poi come burocrazia e infine come incertezza”.
Per quanto riguarda invece il costo dell’energia, le pmi “accolgono con favore e fiducia l’annunciata riduzione del 10%”, ma “l’importante è che vada a vantaggio di tutte le imprese, indipendentemente dal volume dei consumi, interrompendo una prassi discriminatoria che ha caricato su una parte del sistema produttivo l’onere delle agevolazioni alle imprese cosiddette energivore”.
Di vitale importanza è anche “mettere a reddito il nostro immenso capitale ambientale, culturale, artistico”, con particolare attenzione al Mezzogiorno (“Stiamo perdendo un pezzo del paese senza il quale non ci sarà, non ci potrà essere, una ripresa degna di questo nome”, ha detto Sangalli). E di “scelte strategiche nazionali sui trasporti, sulla logistica, sui porti, che vanno ricondotte alla competenza esclusiva dello Stato che definirà un Piano nazionale vincolante per tutti, articolato negli interventi di cui l’Italia ha bisogno”.