In una nota il segretario confederale della Cisl, Luigi Sbarra, definisce il rapporto annuale dell’Inps come una “fotografia impietosa dell’Italia dopo 5 anni di crisi e conferma il 2013 come l’anno peggiore, con il ricorso alla cassa integrazione che cresce rispetto al 2012 del 5.6%”.
Riferendosi ai dati sulla cassa integrazione, Sbarra osserva che “ciò equivale, anche tenendo conto dell’effettivo tiraggio, ad almeno 300.000 lavoratori equivalenti a tempo pieno. Emergono, rispetto al 2012 un calo notevole della cassa in deroga, un lieve aumento della cassa ordinaria e una crescita significativa della cassa straordinaria. Due osservazioni aumentano la percezione della criticità: in primo luogo, nelle ore di cassa in deroga autorizzate sono esclusi gli ultimi 3-4 mesi dell’anno, a causa dei problemi legati al finanziamento ed all’assegnazione di risorse dallo Stato alle Regioni; in secondo luogo è cresciuta la componente strutturale, vale a dire la cassa straordinaria, indicativa di crisi lunghe e ristrutturazioni nelle imprese.
Infine sono quasi 1,5 milioni nel solo 2013 i beneficiari di trattamenti connessi alla perdita del lavoro (mobilità, Aspi e mini Aspi), è di oltre 54 mila unità il saldo negativo delle aziende con dipendenti e le posizioni lavorative sono diminuite di quasi 500mila unità. A fronte di tale quadro, appare particolarmente sterile la discussione in corso sul lavoro, con la riapertura del dibattito sull’articolo 18″.
Secondola Cisl”invece bisogna affrontare l’emergenza dei finanziamenti alla cassa integrazione in deroga, portando avanti in tempi brevi la delega che prevede il riordino degli ammortizzatori sociali in chiave universale ed il riordino e rafforzamento delle politiche attive e dei servizi per l’impiego, anche per agevolare percorsi di riqualificazione e ricollocamento ed accelerando il progetto Garanzia Giovani per costruire solide opportunità di inserimento lavorativo per i giovani che non studiano e non lavorano”.
“Contemporaneamente – conclude Sbarra – si devono portare avanti le politiche per la crescita e lo sviluppo, rilanciando gli investimenti pubblici e privati, politiche industriali nei settori della manifattura, turismo, agro-alimentare, green economy, affrontando contestualmente le tante criticità di sistema per aumentare la capacità attrattiva del nostro Paese e sostenere occupazione di qualità”.