Gli investimenti nel settore delle costruzioni sono tornati ai livelli del 1967. Lo denuncia l’Ance nel suo Osservatorio congiunturale, specificando che per il settore inizia il settimo anno di crisi.
Quasi 800.000 posti di lavoro persi, 14.200 imprese edili fallite dal 2007 e un calo degli investimenti di 58 miliardi in 7 anni. In particolare, per le infrastrutture in generale, in questi sette anni, si sono persi 58,8 miliardi di euro, circa il 32%. Inoltre, l’Ance ha registrato un calo del 58,1% nell’edilizia abitativa, il 36,3% nell’edilizia non residenziale privata e il 48% nelle opere pubbliche. Altrettanto allarmante l’aumento delle tasse sulle abitazioni del 200% negli ultimi 3 anni.
“Siamo all’anno zero, spiega il presidente dell’Ance Paolo Buzzetti. Se non si attivano subito le risorse, escludendo dal Patto di Stabilità interno gli investimenti, nel 2015 ci sarà un ulteriore calo 2,4%”. Timidi segnali positivi arrivano dalle compravendite residenziali, che nei primi tre mesi dell’anno sono tornate a crescere, facendo segnare un +4,1%. “Quello che preoccupa – ha detto Buzzetti – è la decisione inaccettabile della Bce di escludere l’edilizia dal nuovo programma di immissione di liquidità”.
L’unico comparto che continua a reggere è quello degli interventi per la riqualificazione del patrimonio abitativo, con un +20% in sette anni, “raggiunto grazie agli incentivi fiscali sulle ristrutturazioni, sottolinea Buzetti, e sul risparmio energetico”.