“Un progetto poco coraggioso, senza un vero e visibile disegno di riforma, che non cambierà in alcun modo il rapporto tra cittadini e Pubblica amministrazione”.
Cosìla Cgilribadisce il giudizio sul decreto legge che interviene sulla Pa (90/2014) nel testo consegnato oggi in audizione presso la commissione Lavoro della Camera dei deputati.
Per il sindacato di corso d’Italia: “Una riforma è fatta innanzitutto di scelte politiche e strategie anche di lungo periodo. Noi faremo la nostra parte nella direzione della riforma e anzi sfidiamo il governo a mettere al centro le persone e i soggetti che fruiscono dei servizi pubblici in tutte la aree del paese”.
L’organizzazione guidata da Susanna Camusso giudica positivamente solo le norme di contrasto alla corruzione: “Alle quali dovranno seguire ulteriori misure, in tema di appalti, con una riforma organica e di reintroduzione del reato di falso in bilancio”. “Ma, prosegue il testo, nel merito del provvedimento emergono sempre di più, anche alla luce della documentazione prodotta, i numerosi interventi ordinamentali che non dovrebbero far parte di un provvedimento i cui requisiti sono la necessità e l’urgenza”.
”Il decreto, infine, conclude il testo, come l’annunciato disegno di legge delega ancora ignoto, continua a riproporre un modello di cambiamento della pubblica amministrazione già fallito in passato e che prevede una continua e asfissiante moltiplicazione di leggi, norme e regolamenti, che impediscono un reale cambiamento e una riappropriazione da parte dei cittadini della cosa pubblica”.
Per questo, conclude il sindacato, “contro una politica che vuole un rapporto di lavoro e una Pa subalterna, l’antidoto non può che essere l’unificazione del sistema di regole tra lavoro pubblico e privato”.