È iniziata, con un presidio davanti Montecitorio, la prima delle due giornate di mobilitazione promosse da Cgil, Cisl e Uil per sollecitare il governo al rifinanziamento della cassa integrazione in deroga, quella dedicata alla delegazione delle regioni del Nord. Giovedì sarà la volta di quelle del Centro e Sud Italia.
Dal palco del sit-in i leader dei sindacati hanno rivolti i propri appelli al governo, oggi alle prese con la discussione delle riforme. Susanna Camusso ha chiesto al governo di: “Cambiare il passo sui temi del lavoro, di trovare le risorse per finanziare gli ammortizzatori in deroga a partire dalla mobilità e dalla cassa integrazione, di finanziare il 2013 e di preparare i finanziamenti per il 2014, di non restringere i criteri perché non possiamo immaginare chiusure di imprese e licenziamenti come prospettiva. Bisogna dedicare tutte le risorse e tutte le energie a creare posti di lavoro”.
“Insieme – ha proseguito la Camusso – gli diciamo anche che bisogna agire per diminuire la disoccupazione e creare lavoro e che il finanziamento dei contratti di solidarietà espansivi e l’intervento sulla legge Fornero sono essenziali per immaginare che i numeri non continuino ad aumentare da 3 milioni in su, ma si cominci ad invertire la tendenza”. Insomma, o si mette in agenda come priorità il tema della disoccupazione, oppure è inutile ogni ragionamento sulla crescita. “Sinora hanno sbagliato la ricetta – ha concluso il leader di Corso Italia – e oggi, non a caso, non c’è piano industriale che non metta in campo la riduzione dei posti di lavoro. Senza dimenticare il grande tema della riforma Fornero sulle pensioni che va cambiata, ormai nemmeno più il governo è in grado di difenderla”
Forte appello al governo anche da parte del leader della Cisl, Raffaele Bonanni: “Siamo l’unico paese che non si riprende dalla crisi perché nessuno si occupa dell’economia”.
Medesimo appello dal segretario Uil, Luigi Angeletti: “Nel paese reale milioni di persone non possono più aspettare. Fino a quando il governo non avrà fatto la riforma degli ammortizzatori sociali ha l’obbligo di coprire finanziariamente la cassa in deroga per tutto il 2014. Non ci sono altre chiacchiere da fare: deve trovare i soldi”.”Non ci si occupa di economia e si dice che vogliamo sprecare i soldi per la cig in deroga. Ma di che cosa dovrebbe vivere un lavoratore?”. “La politica – ha precisato Bonanni- dalla mattina alla sera discute solo di legge elettorale. E con tutta l’attenzione che si può avere per il sistema politico. Del resto i dati parlano chiaro: Oltre un milione di posti persi dall’inizio della crisi e dal governo non c’è uno straccio di iniziativa sull’economia”.
Le priorità a breve termine per i sindacati, ricorda Angeletti, sono la il fisco e la previdenza, “temi molto più urgenti per tenere in vita il paese rispetto alle varie riforme istituzionali” e sui quali le tre confederazioni hanno trovato terreno comune di battaglia. Come del resto una battaglia comune è questa per la cig in deroga: “Un governo che toglie l’ombrello della copertura non rispetta i patti, è inaffidabile”, conclude Angeletti.
Se saranno confermati i nuovi criteri per Cig e mobilita’ in deroga previsti dalla bozza di decreto interministeriale, “dei 148 mila lavoratori coperti da questi strumenti sarebbero a rischio tra i 48 e 65 mila”. Cosi’ il segretario confederale Cgil, Serena Sorrentino, parlando del restringimento dei requisiti e dei tempi massimi per la deroga.