“C’è qualcosa che non va se ogni volta che si interviene per sanare palesi ingiustizie nei confronti dei lavoratori scatta il contrordine. Non è accettabile”. Così Vera Lamonica, segretario confederale della Cgil, commenta la scelta del governo circa lo stralcio dal Dl sulla Pa delle norme su Quota96 e sui benefici pensionistici per i lavoratori precoci.
“Mentre finalmente la Camera era intervenuta a sanare l’errore grossolano dei Quota 96 e mentre si poneva rimedio alla grave ingiustizia che la legge Fornero aveva causato ai lavoratori precoci, oggi il ministro ci dice che abbiamo scherzato, che le ingiustizie restano. Noi diciamo che le ingiustizie andavano e vanno cancellate e che non si torna indietro”, spiega.
Lamonica sottolinea, da un lato il caso limite dei lavoratori precoci, che hanno iniziato a lavorare in giovanissima età, e che hanno maturato 41/42 anni di contributi; dall’altro il fatto che, sanando l’errore di quota 96, si pone fine a un’ingiustizia e si consente anche l’ingresso di 4mila nuovi docenti nella scuola.
“Non accettabile tornare indietro su una norma che sana errori e palesi ingiustizie. Il risultato – conclude la dirigente sindacale- è che si commette un’ingiustizia ancora più grave”.