“Mi sembra che il presidente del Consiglio abbia un po’ troppo in mente il modello della Thatcher”, ha detto il leader della Cgil, Susanna Camusso, a margine dell’inaugurazione della nuova sede della Cgil-Lombardia a Milano.
“La conseguenza del modello degli ultimi venti anni è precariato e non competitività. Un modello fatto di divisioni”, ha aggiunto il leader del sindacato di corso d’Italia che ha poi proseguito spiegando il parallelo tra Renzi e Thatcher: “Mi pare che il premier abbia un’idea che è quella delle politiche liberiste estreme, ovvero che la riduzione delle condizioni dei lavoratori sia lo strumento che permette di competere e non ha invece un’idea molto fondamentale, che è il bisogno di creare lavoro di qualità, di procedere all’innovazione, di spingere su investimenti in ricerca e innovazione”.
“E’ il rovesciamento dei fattori – ha spiegato – che mi ricorda la stagione del liberismo, le cui conseguenze l’Europa le paga tuttora. E continuando a essere prigioniera di una linea dell’austerità e del rigore, come è noto, non ha risolto la crisi in nessun paese e anzi oggi mette in difficoltà anche suoi paesi che avevano un po’ recuperato”.
A chi le ha chiesto se ritenga la riforma del mercato del lavoro di stampo berlusconiano, Camusso ha replicato: “Credo ci sia una continuità che è lunga nel tempo, che è quella di immaginare che la destrutturazione delle forme di assunzione contrattuale sia un elemento che permette competitività al mercato del lavoro. In questo c’è sicuramente una continuità”.
F.P.