La lunga crisi economica ha fatto perdere oltre mezzo milione di posti di lavoro tra artigiani e operai specializzati ma anche dirigenti e imprenditori pagano un prezzo salato alla recessione: 450 mila posti in meno tra il 2008 e il 2012 di cui 100mila solo nell’ultimo anno della rilevazione effettuata da Isfol e Istat sulle professioni.
Dalla rilevazione sulle professioni emerge che i cambiamenti intervenuti negli ultimi anni nel mercato del lavoro hanno determinato un nuovo assetto nella struttura occupazionale e professionale italiana. Alcune professioni hanno visto decurtata la propria domanda di lavoro a beneficio di altre che, anche a fronte del periodo di crisi, hanno conosciuto un aumento di occupazione.
Al calo dell’occupazione nelle professioni operaie e in quelle imprenditoriali si contrappone la forte crescita nelle professioni non qualificate e in quelle impegnate nelle attività commerciali e dei servizi. Le professioni impegnate in attività elementari sono cresciute di 358 mila unità e quelle dedite alle attività commerciali e di servizi di 372 mila. Peraltro, nel solo 2012 si osserva anche una leggera ripresa (+2,1 per cento, pari a 62 mila unità) dell’occupazione nelle professioni ad elevata specializzazione, che nel triennio 2008-2011 erano invece state interessate da una perdita di quasi 100 mila unità.
Per le professioni tecniche si registra un rallentamento della contrazione dell’occupazione (-0,3 per cento fra 2011 e 2012), dopo la forte caduta del triennio 2008-2011, quando la perdita è stata pari a oltre 322 mila unità (-7,3 per cento).
L’occupazione femminile ha registrato un calo evidente (-12,5 per cento) soprattutto tra le professioni tecniche (con la perdita di 231 mila occupate, circa il doppio rispetto agli uomini); al contrario, la presenza femminile cresce più di quella maschile soprattutto tra le professioni dei servizi (+14,1 per cento) e in quelle a bassa qualificazione (+24,9 per cento). In tali settori l’occupazione femminile aumenta, rispettivamente, quasi quattro volte e circa il doppio rispetto a quella maschile.