Chi, se non Sergio Cofferati, l’eroe del Circo Massimo 2002, poteva fare un parallelo tra la reazione sindacale di oggi e quella che si ebbe 12 anni fa di fronte alla volontà dell`allora governo Berlusconi di cancellare l`articolo 18? L’ex leader Cgil, oggi europarlamentare per il Pd, ai microfoni di Radio Citta’ Futura infatti afferma che oggi il confronto tra sindacati ricorda molto ciò che capitò 12 anni fa in occasione della manifestazione dei 3 milioni al Circo Massimo: “ Quella manifestazione fu la sola Cgil a farla. Cisl e Uil non erano d`accordo, ma a distanza di un mese ci fu un grande sciopero generale unitario. Oggi la Cgil ha 100 ragioni per fare la sua manifestazione, che credo sarà molto partecipata, ma non è affatto da escludere- avverte – che ciò che non è avvenuto in questi giorni nei rapporti con gli altri sindacati, non possa avvenire tra qualche giorno”.
Cofferati e’ poi molto critico rispetto agli 11 astenuti nella direzione Pd di lunedì sera: “Non c`era nessuna ragione per astenersi di fronte alla proposta del segretario. La minoranza Pd avrebbe dovuto votare unita, tenendo aperta la discussione, che poi avrà il suo sbocco naturale e conclusivo in Parlamento”. Quanto all’articolo 18, sottolinea che “già con la legge Fornero era stato modificato. Adesso, cancellarlo come propone nei fatti, nella sostanza il governo, credo sia un errore grave. Togliendo l`art.18 si toglie dignità alla persona. Il problema è dare non togliere, perché se si toglie a chi ha, senza dare nulla su questa tema specifico a chi non ha, non si fa altro che peggiorare la situazione”.
Per Cofferati, ci sono, inoltre, altre cose da rivedere nel jobs act del governo, che andranno attentamente discusse, riviste e modificate: “ Parliamo di testi per intero non ancora noti, ma da quello che si capisce, così come sono stati scritti proprio non convincono. Penso al demansionamento o al controllo a distanza, che inoltre mi sembra presentino anche profili di incostituzionalità”.
NP