“Il governo ha ribadito l’intenzione di procedere sui temi del lavoro senza alcuna disponibilità al confronto con il sindacato”, un fatto “reso ancora più evidente e grave dalla decisione di porre la questione di fiducia al Senato”. Così la Cgil in una nota, dopo l’incontro odierno a Palazzo Chigi, riconfermando “il giudizio negativo sull’insieme dei provvedimenti annunciati” compreso “il più netto dissenso rispetto a quanto il governo intende fare in materia di art.18 e di demansionamento, oltre alla mancata cancellazione delle forme precarie di accesso al lavoro”.
Nel corso dell’incontro con Renzi “sono state ripetute – ha detto Camusso – delle cose note dal punto di vista dei contenuti che non determinano un cambiamento della valutazione della Cgil sia sulle scelte fatte che sul Jobs act. Registriamo la disponibilità di Renzi a discutere della rappresentanza sindacale. Devo dire che l’unica vera novità di questa mattina è l’indicazione che potranno esserci altri incontri”.
“Per tutto il resto – ha aggiunto il leader della Cgil – non abbiamo registrato una disponibilità perchè se dice che approvata la delega potete incontrare il ministro del Lavoro vuol dire che il perimetro resta quello della delega che noi non abbiamo condiviso”. Dunque la Cgil conferma il “giudizio negativo sul modo in cui si sta compiendo l’intervento sul lavoro”.
Duro giudizio anche per quanto riguarda la stagione della concertazione, che per la Camusso “non riparte” e non riparte neanche quella della contrattazione sui temi del lavoro. “Il governo ci ascolta ma poi decide unilateralmente”, ha spiegato Camusso. “Vedo molto entusiasmo – ha aggiunto – per il fatto che si è riaperta la sala verde: credo che nessuno possa dire che oggi si è riaperta una stagione di concertazione, cosa che noi non chiedevamo, ma non si è aperta neanche una stagione di contrattazione sulle materie del lavoro”. Il governo, sostanzialmente, ha detto: “noi andiamo avanti in Parlamento, su queste cose decide solo la politica”, ha concluso Camusso.