Il presidente del Piemonte e della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino, ha definito la manovra approvata da ieri dal Consiglio dei ministri “insostenibile per le Regioni”, in quanto “incrina il rapporto che dovrebbe essere di lealtà istituzionale e di pari dignità istituzionale tra enti dello Stato”.
Durante la conferenza stampa in occasione della Conferenza, Chiamparino ha quindi chiesto un incontro urgente con il governo, “per affrontare queste problematiche e per cercare una soluzione che consenta di rendere sostenibile a tutti una manovra che non può essere scaricata solo sulle Regioni”.
E nononstante la pronta replica del sottosegretario Graziano Delrio, secondo il quale sarebbero già in corso, in questi stessi giorni, tavoli di lavoro tra governo e regioni, Chiamparino ha subito smentito: “Io non so quali sono questi tavoli, non sono un affezionato dei tavoli a Palazzo Chigi”.
Unanime il coro degli altri governatori, a partire da quello della Lombardia, Roberto Maroni, che si è così espresso in una nota: “Ci sono quattro miliardi di tagli alle Regioni, due dei quali sono i nuovi fondi alla sanità datici a luglio, che adesso sarebbero inopinatamente tagliat. Non è che il governo può prima fare un accordo – ha proseguito il presidente della Regione – e poi togliere di mezzo questo accordo senza coinvolgere chi ha firmato”. Anche il governatore della Campania, Stefano Caldoro, ha ribadito l’intenzione a confrontarsi con il governo: “Noi siamo pronti ad aprire un confronto con il governo, con questa misura vengono meno due patti, si pone un tema di affidabilità istituzionale”.
Nicola Zingaretti, presidente del Lazio, ha quindi commentato: “È semplice abbassare le tasse con i soldi degli altri. Le Regioni sono chiamate ora a finanziare scelte che non abbiamo preso noi ma il governo, al raggiungimento di obiettivi di finanza pubblica dettati dall’Unione europea”. In Lazio entro il 2016 dovrebbe essere completata la fase della riduzione dell’Irpef e dell’Irap ma “se passassero questi tagli i cittadini vedrebbero vanificata l’ipotesi di abbassare le tasse perché i soldi finanziano altre scelte di politica economica”.
Dalla Toscana la replica di Enrico Rossi: “Se si va avanti con questa politica – ha concluso – il Patto per la sanità viene meno tre volte. Non tornano i conti: nella mia regione si tratta di 400 milioni di tagli: o la sanità o bisogna azzerare gli altri servizi ed io i soldi per l’emergenza idrogeologica, per fare solo un esempio, non vorrei tagliarli”.
Infine anche Catiuscia Marini, governatrice dell’Umbria, si è unita al coro di polemiche: “È tecnicamente impossibile prevedere questi tagli senza incidere per il 70% sulla sanità: dei 4 miliardi di tagli, 3 saranno sulla sanità. Il resto ricade sul trasporto pubblico, che si basa sulle entrate delle Regioni: non si regge tecnicamente. Con la rettifica fatta in Finanziaria non si vuole dire la verità: questi tagli sono su sanità e trasporti”.
F.P.