I sindacati di categoria Flai Cgil e Uila Uil manifesteranno unitariamente a Roma il 29 novembre, per protestare contro le “piaghe” che affliggono il mercato del lavoro agricolo, come il lavoro nero, lo sfruttamento e il caporalato.
“Flai e Uila – spiega il segretaro generale della Uila Stefano Mantegazza – manifestano perché, nonostante questo Paese continui a franare verso il mare, gli operai forestali di quasi tutte le regioni italiane, quelli cioè che dovrebbero tenere puliti i boschi, manutenere il territorio, dragare l’alveo dei fiumi e dei torrenti, sono per la maggior parte senza stipendio, senza contratto e senza prospettive”.
Il quadro del settore, spiegano i sindacati Flai e Uila in conferenza stampa, non è dei migliori: la Sicilia è la regione con il maggior numero di occupati nel comparto, quasi 25.000 lavoratori, di cui solo 1350 a tempo indeterminato. “La Regione non stanzia più risorse, spiega Mantegazza – utilizzando quasi esclusivamente fondi europei, caratterizzati dall’incertezza della ripetibilità per l’anno successivo”.
Inoltre, l’ultimo contratto nazionale non è stato recepito, perciò le retribuzioni sono ferme al 2009. Anche la contrattazione di secondo livello è ferma, ma dal 2001. Infine, gli stipendi sono pagati con diversi mesi di ritardo, a causa delle complesse procedure burocratiche regionali.
“In Calabria – sottolinea Mantegazza – 7900 addetti (tra operai e amministrativi) non percepiscono la retribuzione dal 1 settembre 2014 e la nuova agenzia regionale per la forestazione Calabria Verde non ha in dotazione alcuna risorsa”.
Per i sindacati la legge di stabilità del governo ha tagliato a partire dal 2017 tutte le risorse già stanziate per il pagamento delle retribuzioni. Senza contare che la mancata prevenzione dal dissesto idrogeologico italiano, con 22.000 frane e alluvioni e 4.200 morti, dal 1966, pesa nel bilancio dello Stato circa 3,5 miliardi di danni ogni anno (oltre un miliardo solo negli ultimi 70 giorni). “L’Italia è il paese più fragile d’Europa – sottolineano i sindacati – col 10% del territorio a elevato rischio idrogeologico, il 44% a elevato rischio sismico, mezzo milione di frane in movimento”.
Per il segretario generale della Flai Cgil, Stefania Crogi, “il governo è connivente con il caporalato e la criminalità organizzata” dato che non si interessa a intervenire per risolvere i problemi del settore. “Senza diritti non si può fare ripartire lo sviluppo e l’occupazione”, spiega Crogi, riferendosi alla manovra del governo sul’art. 18 e sul taglio dei patronati. “I lavoratori – prosegue Crogi – senza i patronati, non potranno accedere a questo servizio essenziale gratuito e dovranno rivolgersi o all’Inps, che peraltro ha già detto che non è attrezzata a questo genere di assistenza, oppure ai commercialisti privati”.
Alla manifestazione del 29 ci sarà un grande assente: la Fai Cisl. I sindacalisti Mantegazza e Crogi hanno sottolineato che da parte loro non c’è stato un rifiuto di mobilitazione unitaria legata a dinamiche logistiche e/o organizzative. “La nostra è una categoria unitaria – premette Crogi – la manifestazione era stata convocata unitariamente. Ma la Fai Cisl non ha voluto partecipare e noi non possiamo che prenderne atto. Inoltre non potevamo spostare la data perché – prosegue la sindacalista – i lavoratori non possono aspettare un giorno di più, e soprattutto perché manifestare a gennaio non servirebbe a molto, dato che il governo nel frattempo potrebbe già attuare tutte le manovre ‘dannose’ per il settore”.
Alla manifestazione, secondo i sindacati Flai e Uila, ci saranno 10.000 persone. “La piazza SS. Apostoli forse non basterà”. Inoltre i sindacati hanno minacciato che la prossima volta porteranno la protesta all’Expò di Milano. “C’è tutto il tempo per il governo di rimediare a questi problemi – concludono i sindacati. Ma se continuano a fare le orecchie da mercante, noi porteremo i lavoratori all’Expò di Milano”.
Emanuele Ghiani