Il surplus del commercio estero extra Ue, nel 2014, ha raggiunto 28,1 miliardi, a fronte di 19,6 miliardi nel 2013. Lo rende noto l’Istat, aggiungendo che, nel solo dicembre scorso, il saldo commerciale risulta attivo per 5,3 miliardi (+3,4 miliardi a dicembre 2013), il livello più alto da gennaio 1993.
Sempre a dicembre, rispetto al mese precedente, i flussi commerciali con i paesi extra Ue mostrano dinamiche divergenti: export (+3,2%) e import (-3,7%).
L’incremento congiunturale delle esportazioni risulta diffuso a tutti i raggruppamenti di beni, con l’eccezione dei beni di consumo durevoli (-2,4%). Energia (+7,2%), prodotti intermedi (+5,1%) e beni di consumo non durevoli (+4,3%) sono in forte crescita.
Al netto dei prodotti energetici (-10,3%), la flessione congiunturale dell’importè molto meno accentuata (-1,1%). Solo i beni di consumo durevoli sono in espansione (+4,9%). Nell’ultimo trimestre la dinamica congiunturale dell’export verso i paesi extra Ue risultapositiva (+1,8%) e investe tutti i raggruppamenti principali di beni, esclusa l’energia (-3,6%).
Dal lato dell’import, si registra per lo stesso periodo una contenuta flessione (-0,9%) da ascrivere all’energia (-13,1%), al netto della quale le importazioni crescono del 4,9%.L’incremento delle importazioni di beni strumentali (+8,5%) e di beni di consumo non durevoli (+5,7%) è rilevante.
A dicembre, rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, prosegue l’Istat, si rileva una crescita tendenziale dell’export (+5,3%) particolarmente sostenuta per i prodotti intermedi (+10,4%) e i beni strumentali (+8,4%).
Su base annua le importazioni registrano un forte calo (-8,7%) ascrivibile alla marcata contrazione degli acquisti di energia (-35,3%). Al netto di questa componente, l’import è in forte espansione (+10,0%). Nel 2014, rispetto al 2013, le esportazioni verso i paesi extra Ue risultano sostanzialmente stabili(-0,1%) mentre le importazioni sono in forte calo (-5,4%). Al netto dell’energia, entrambi i flussi presentano dinamiche positive, rispettivamente pari a +1,0% e +4,6%.
Nel 2014, l’andamento pressoché stazionario delle esportazioni è il risultato di dinamiche divergenti rispetto ai principali mercati di sbocco. Stati Uniti (+10,2%), paesi EDA (+9,6%), Cina (+6,6%) e paesi Asean (+5,1%) forniscono un forte impulso alla crescita delle vendite sui mercati esteri. Al contrario, la marcata flessione dell’export verso alcuni mercati, quali Russia (-11,6%), Giappone (-10,9%), paesi Mercosur (-7,2%), Svizzera (-6,4%)penalizza la dinamica complessiva delle esportazioni verso i paesi extra Ue.