“Bisogna interrompere la deriva che sta avvenendo sul piano delle tutele a livello europeo”. Scritto nero su bianco, firmato Cgil, Cisl e Uil. La lettera inviata dai tre segretari confederali (Fabrizio Solari, Giuseppe Farina, Paolo Carcassi) a tutti gli europarlamentari italiani parte da un assunto: è in atto una progressiva restrizione dei diritti in materia di salute e sicurezza. Occorre allora che i nostri nuovi 73 rappresentanti a Bruxelles e Strasburgo si impegnino per mantenere le attuali garanzie, sulla base di una serie di punti di “intervento prioritario”, indicati dai sindacati, che rivestono profili e riflessi di natura comunitaria.
È necessario, anzitutto, agire contro il blocco determinato dal Regolamento Refit (Regulatory fitness e performance; programma che punta a semplificare la legislazione e a ridurre i costi della regolamentazione) nei riguardi di ogni nuova normativa comunitaria in tema, scongiurando “il pericolo di un concreto arretramento della situazione che si avrebbe da un abbassamento indistinto dei costi delle imprese, senza tenere conto della salute e sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori”.
Sul piano delle normative specifiche, i sindacati considerano urgenti gli interventi sui disturbi muscolo-scheletrici, sulla prevenzione dei tumori professionali, sulla tutela della salute riproduttiva contro le sostanze tossiche, sui rischi chimici (tra cui quelli derivanti da nuovi materiali e sostanze che alterano il sistema ormonale), sulle questioni di genere derivanti dalla diversa esposizione ai rischi. Segnalano anche gli interventi attualmente bloccati: l’accordo sulla professione dei parrucchieri, la normativa sulle sostanze cancerogene e mutagene, l’accordo sulla navigazione interna.
La più urgente è la revisione della Direttiva agenti cancerogeni e mutageni. Il ritardo nell’approvazione della Direttiva 2004/37 rappresenta “una delle ragioni basilari dell’aumento del numero di lavoratori che ogni anno si ammalano a causa dell’esposizione ad agenti chimici”. Attualmente, in base alla Direttiva 45 del 1999, sono previsti solo dei valori limite di esposizione professionale “vincolanti” per cinque sostanze tossiche, e valori limite “indicativi” per altre 95. Oggi, però, sono circa 55 mila le sostanze tossiche che circolano in Europa. Obiettivo dei sindacati, quindi, è arrivare a prevedere valori limite “vincolanti” per almeno 50 sostanze, tra cui quelle cancerogene. Va ricordato, inoltre, che su questo aspetto i sindacati hanno inviato una missiva anche al ministro del Lavoro Giuliano Poletti, sollecitando il governo italiano ad assumere una formale posizione sulla Direttiva 2004/37.
L’ultimo punto sollecitato dalle tre confederazioni nella loro lettera agli europarlamentari è la promozione di specifiche azioni, tenuto conto dell’invecchiamento delle persone al lavoro come conseguenza dell’aumento dell’età pensionabile, per “regolare e gestire a livello comunitario il problema della ri-collocazione degli inidonei, specialmente per quanto riguarda la popolazione delle micro-imprese”.